Magazine Attualità

Un mondo che cambia davvero?

Creato il 03 febbraio 2013 da Marcar

Qualcuno si aspettava, e quindi temeva, la fine del mondo nel 2012. Forse, omettendo di considerare che il vecchio mondo al quale siamo abituati, è già finito con la Globalizzazione.

Il Capitalismo imperante nel globo terrestre, ha spostato, del tutto consapevolmente, flussi enormi di risorse dal mondo industriale (che ha garantito lavoro e sviluppo fino agli anni '80) al mondo della finanza. Addirittura, sappiamo che il totale delle monete circolanti, è inferiore di 4 volte l'importo dei prodotti finanziari esistenti.

La Globalizzazione in sè (e quindi, qui in Europa, la costituzione di una sorta di stato continentale che prevede solo la moneta e le norme economiche quale cemento unificante) serve solo alla circolazione più agevole possibile delle risorse. E non degli esseri umani, altrimenti non esisterebbero dogane e confini.

Questa nuova situazione, che somiglia sempre più agli scenari previsti dai cospirazionisti per il Nuovo Ordine Mondiale, prevede un'ampia ristrutturazione sociale a scapito delle classi dei lavoratori e comunque dei più poveri e indifesi.

In Italia, abbiamo assistito ad un continuo arretramento in tal senso, sancito e sostenuto tanto dai partiti che si riuniscono sotto la bandiera del centrosinistra, quanto dai partiti che si rifanno al centrodestra, con le sue varie colorazioni e distinzioni. Lo stesso Grillo, il vero fenomeno nuovo della prossima tornata elettorale, parla di una migliore gestione del Capitalismo, non della sua abolizione e sostituzione. Parole condivisibili come il referendum sull'Euro e sul Trattato di Lisbona sono importanti ma non rivoluzionarie in tal senso.

Anche gli economisti tanto citati da Paolo Barnard ragionano su una diversa gestione delle dinamiche capitaliste e non certo su un modello alternativo. E' certo che uno Stato possa regolare meglio la sua politica monetaria e il controllo sui mercati interni solo se è in grado di gestire l'emissione della moneta e controllarne il valore. Ma riappropriarci della sovranità monetaria, cosa che dovremmo fare immediatamente, non cambierebbe comunque i rapporti di forza all'interno della gerarchia italiana delle classi e non ridurrebbe la distanza tra i vari ceti. Anche prima dell'Euro e della BCE, in Italia le distanza tra ricchi e poveri era abissale, con la differenza che ora i poveri esistono anche tra lavoratori del ceto medio e la disoccupazione peggiora sia la caduta del PIL che la minima ridistribuzione delle risorse esistenti.

Ecco perché, ad ogni modo, chiunque trionfi nelle prossime consultazioni elettorali, se ci va bene, potrà garantirci una miglior sopportabilità di questa palla al piede che è diventato lo Zombie del Capitalismo ma non certo la sua definitiva sconfitta: le idee che porterebbero al Socialismo sono minoritarie, nel nostro Paese e nel mondo intero, che ragiona esclusivamente su dinamiche ed alternative proprie del Capitalismo e del liberismo.

E guardate che queste non sono solo parole o concetti astratti. All'interno di queste dinamiche esiste la pace o la guerra, la povertà o il benessere, il lavoro o la disoccupazione anche a vita. Se volessimo, come cerca di fare Grillo, evitare le parole d'ordine proprie della Destra e della Sinistra, potremmo parlare di diritti popolari e atti discriminatori a favore dei potenti, dei ricchi.

Troppo semplicistico, certamente, come è anche riduttivo dire, da parte dello stesso Grillo, che il benessere ambientale e quindi il rispetto degli eco-sistemi sono parole d'ordine buone per tutti: c'è gente che ha speculato su guerre, epidemie e devastazioni, che si nutre anche in base alle malattie e al ciclo di produzione degli alimenti umani e quindi ai farmaci che saranno venduti fintanto che la scienza medica curi le malatie invece di propagandare il modo migliore per non ammalarsi... Multinazionali e banche da dove prendono i loro maggiori profitti? E' per questo che oggi, in teoria, è impossibile cambiare davvero, sia in Italia che fuori dagli ex confini nazionali, oggi estesi ai confini europei.

Noi viviamo in un Paese di Destra, che ha come limite una Costituzione (peraltro sottomessa al Trattato di Lisbona) scritta anche da antifascisti e comunisti. E infatti, i politici, in maggioranza, chiedono che la Carta sia modificata. Il partito che avrebbe dovuto garantire un'opposizione parlamentare da posizioni di Sinistra, nell'attuale parlamento, sia sotto i l governo Berlusconi che durante l'appendice dello stesso, costituita dalla gestione Monti-Napolitano-Fornero, è un partito liberista. A qualcuno non basta neanche il nome, copiato dall'omonimo partito statunitense, per capirlo, vero, quadri dirigenti della CGIL?

Quanti si rifanno al marxismo-leninismo (in realtà, almeno cinque milioni di persone in Italia, stimando i voti utili e la presenza nelle manifestazioni), sono solo una minoranza del corpo elettorale, come noto, orientato tra PD e PDL o quel che ne resta. Grillo raccoglie un po' ovunque soprattutto chi spera si possa cambiare almeno il peggio dell'attuale sistema, certamente un'operazione indispensabile. Peccato che il personaggio stia spendendo malissimo la sua personale esuberanza, concedendo parecchi punti ai suoi avversari e critici. Fare di una sola persona il simbolo vivente di un movimento o partito che sia, a questi rischi porta e Grillo lo sta confermando in pieno.

Un tempo esistevano le ideologie proprio per evitare personalismi. Oggi trionfano la prepotenza dei potenti, lo strapotere delle multinazionali, gli interessi e i profitti delle banche (ma perché mai dovremmo salvare il Monte dei Paschi di Siena, una banca privata, con i soldi dei cittadini italiani?), una Gerontocrazia vampira e la più completa frammentazione dei movimenti e partiti antagonisti voluta ed ottenuta esclusivamente tramite i media, tutti, invariabilmente, nelle mani di pochi controllori.

Il mondo, vampirizzato dallo Zombie del Capitalismo, non è cambiato, da quando è stata decisa la Globalizzazione, sta solo marcendo. E la puzza si farà davvero insopportabile, vedrete (e annuserete).


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :