Magazine Italia

un mondo senza mappa

Creato il 11 febbraio 2015 da Giuseppe Melillo @giuseppemelillo
In un post passato  scrivevo di come il "mangiare è un atto agricolo e rivoluzionario" .
Noi possiamo non essere solo semplici consumatori passivi, ma compartecipi della creazione dei sistemi che ci nutrono. Ma l'atto presuppone un atteggiamento, dei protagonisti e una visione tutti collegati simbioticamente.
Se uno solo dei passaggi è inquinato l'intero processo, per quanto idealmente puro, sarà irrimediabilmente inquinato.
E l'atto agricolo ha bisogno di una terra e di agricoltori che sappiano il mestiere del contadino, che abbiano l'occhio del contadino e che recuperino il cuore del contadino. E capita che la terra diventi riscatto e redenzione.
Leggevo "Terroni e campesindios" e mi imbatto nella storia di Xavier, figlio di indigeni sfruttati, e la sua storia si incrocia con quella di Rocco Scotellaro
un mondo senza mappa ""Xavier, figlio di indigeni sfruttati per decenni, costretti all'esilio dalla terra, ha pensato alla sua dignità come a una condizione che poteva realizzarsi solo ritornando a coltivare la terra dei suoi, a usare con rispetto le risorse della Pachamama,  a tessere un'esistenza basata sulla condivisione della ricchezza e della povertà della casa comune.
"Il mondo contadino è semplice, vicino al mondo arcaico, al primordiale, ma è estremamente complicato per chi non appartiene a quel mondo, per chi non aderisce agli -statuti della concezione contadina."- (1)
A vederlo da fuori, quell'universo fatto di rituali antichi, quello scenario in gli uomini le bestie e gli alberi condividono un destino comune, dove le stagioni e i defunti non passano mai ma restano presenti nell'aria, anche quando i tempi sono cambiati, resta uno dei luoghi più misteriosi della modernità.  
Un luogo misterioso perché l'Occidente ha perso la MAPPA per decifrarne la cultura, le istituzioni e la mentalità consegnandosi a una frettolosa trasformazione delle antiche identità in nome di uno sviluppo senza confini apparenti e senza criteri, che non ha risparmiato nulla o quasi dell'antico equilibrio tra gli uomini e la terra."" (2)
1- Maria Teresa Langeramo,  Amelia e Rocco Scotellaroin I giovani leggono Scotellaro, a cura di Maria Teresa Imbriani 2- Luciano Vasapollo, Terroni e campesindios.  Da sud a sud per una educazione alla democrazia popolare della Terra

un mondo senza mappa

Frida Kahlo, Ritratto di Luther Burbank, 1931

Storie lontane, quelle di Xavier e Rocco separate da un oceano, eppure vicine. Entrambe dentro quel mondo contadino rurale tanto discusso e studiato come se fosse una galassia lontana.  In effetti, galassia lontana, lo è diventata nel momento in cui abbiamo smarrito la mappa.  Una mappa che conteneva secoli e generazioni di esperienze frutto di una radice profonda di solidarietà,  di comunanza, di beni comuni, "un segnale di non aggressione tra gli uomini" e di rispettoso scambio con la terra.  Una mappa figlia di una provvisorietà apparente ma regolata da punti e idee chiare e solide. Una mappa che evitava la logica dell'individualismo e della atomizzazione sociale.  Una mappa che proteggeva dall'inganno della produttività,  dell'efficientismo, meccanizzazione e della velocità.  Un intero mondo non ha avuto più tempo neanche per adattarsi ai cambiamenti.  E l'atto agricolo si è trasformato in processo industriale e speculativo.   Non è stato più il prodotto a doversi adattare alla terra ma la terra che si è dovuta adattare al prodotto. E ovunque si possono produrre le stesse cose indipendentemente da chi lo produce, dal come e dal dove. Tutto buono, bello, di sapore ma tutto uguale e  per niente vero.  E rubo parole  ad un cacciatore di mappe come Eduardo Galeano : La terra che c' interra o esilia è avvelenata/ Non c' è più aria bensì boria/ Non c' è pioggia bensì pioggia acida/ Non ci sono parchi bensì parcheggi/ Non ci sono più società bensì società anonime/ Imprese anziché nazioni/ Consumatori anziché cittadini/ Agglomerati urbani anziché città/ Non ci sono persone bensì pubblico/ Non ci sono realtà bensì pubblicità/ Non ci sono visioni bensì televisioni/ Per elogiare un fiore si dice: sembra di plastica.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :