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Un museo spaziale tra le colline del Barolo

Da Soloparolesparse
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Un post da classico blogger quello che segue, almeno nelle intenzioni di partenza perchè poi finiremo per parlare di un museo estremamente affascinante.

Dunque week end nelle Langhe con famiglia.
Pernottamento nell’ottimo agriturismo Carlin Carlota, dove Roberta prepara splendide colazioni e ti riversa addosso cascate di informazioni sulle attività, sui luoghi da visitare e su come si gestiscono le vigne che occupano il 95% del panorama circostante.

Un museo spaziale tra le colline del Barolo

Prima dell’arrivo però visitina ad Alba con tappa obbligata allo stabilimento Ferrero, di cui non è visitabile nemmeno uno spicchietto (e farci un pensierino?!) e centro praticamente inagibile causa mercato.

E nei due giorni tour e degustazioni a Neive, a Serralunga, al fu Grinzane Cavour e all’interno dell’incredibile parco nato tra le vigne Fontanafredda, una roba immensa con un ristorante ed un presidio Eataly dove abbiamo ovviamente mangiato (e bevuto).

Infine visita al WIMU, il museo del vino di Barolo, allestito con la consueta capacità di coinvolgimento da Francois Confino dentro il Castello di Barolo.
Fino all’anno scorso un museo del vino non poteva prevedere altro che un’esposizione di bottiglie, etichette, bicchieri… magari qualche foto della produzione, insomma ci siamo capiti.
Confino (che per capirci è lo stesso allestitore del Museo Nazionale del Cinema e del neo-rinato Museo dell’Auto di Torino) ha realizzato invece un percorso su quattro livelli che coinvolge praticamente tutti i sensi.

Si viene accolti da un bancone pieno di bicchieri e bottiglie dietro al quale fanno bella mostra una decina dei divinità diverse, giusto per far capire che di roba divina si sta parlando.
Poi si viaggia nel ruolo che ha la natura nella produzione del vino, così ci si trova immersi in una notte stellata, in un giorno di sole abbagliante, si viene sopraffatti da una luna ruotante in movimento, si viaggia dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo.

E abbiamo la storia del vino (o meglio il vino nella storia) con una serie di teatrini interattivi (è il visitatore a farli funzionare) che ci portano dalla preistoria fino ai giorni nostri.
E ancora si viaggia in cucine superallestite in cui cuochi moderni e signore di antica tradizione confrontano le loro conoscenze (in video che parlano tra di loro), si possono utilizzare gli strumenti del vino, si vola nelle canzoni che parlano del vino e ovviamente c’è una sala cinematografica con alcune straordinarie scene di film che hanno il nettare degli dei come protagonista.

La sala di chiusura è una perfetta riproduzione di una classe con tanto di maestro virtuale che tiene una veloce (e come sempre coinvolgente) lezione sul vino.

Inutile che provi ulteriormente a farvi capire di che si tratta, dovete per forza passare da Barolo (ma se avete visto il MNC potete avere un’idea di quello che vi aspetta).

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