Una foto di scena dello spettacolo
Un viaggio nel passato, nell’antica Roma, con contaminazioni però contemporanee. Costumi, scenografie e musiche dei giorni nostri, ma la storia che si tesse sulle quinte, racconta nell’intimità il controverso imperatore Nerone.
Sulla scena del Teatro Manzoni di Milano, fino al 16 Maggio, lo spettacolo “Nerone – duemila anni di calunnie” rientra nel progetto Expo in Città (sottotitolato interamente in inglese) e sviscera gli aspetti più umani e filantropici dell’imperatore più controverso della storia della caput mundi.
Con una significativa interpretazione di Edoardo Sylos Labini, la pièce – con la drammaturgia di Angelo Crespi – delinea il profilo di un uomo, forte e debole, con potere decisionale e succube al contempo di una madre, Agrippina, vocata al comando e degli interessi da proteggere di un Senato ormai inutile, guidato dal maestro Seneca.
Uno spettacolo intenso, ma – a nostro parere – per certi versi un po’ troppo accademico, che traccia gli aspetti più intimi di Nerone, sensibile all’arte e alla musica, vicino al popolo e contro i privilegi immeritati dell’istituzione senatoriale. Un imperatore e uomo incompreso per certi versi, complessato e preda, alla fine, delle sue insicurezze, tanto da commettere gesti e delitti folli, come l’incendio di Roma.
Un appuntamento teatrale che rispolvera la storia e diventa cibo per la mente, con un fine anche benefico, perché parte del ricavato verrà devoluto a ben due ONLUS, “Bambini cardiopatici nel mondo” e “Disabili No Limits”.
Eleonora Dafne Arnese