Chiunque abbia un sito o un blog guarda gli accessi e il numero di visite, c’è chi incrocia mille dati diversi e chi si accontenta di qualche numero qua e là. Io appartengo alla seconda categoria, ma questo qui importa poco.
La cosa di cui voglio parlarvi ha però a che fare con questi aspetti statistici, perché uno dei tanti indicatori di popolarità generalmente riconosciuti anche in una materia scivolosa come quella degli “ascolti” on-line è la classifica di Wikio Blogs, pubblicata a ogni inizio mese.
Quella della categoria sport di questo dicembre vede ben due blog di rugby tra i primi dieci: Il Grillotalpa, quello che state leggendo – al decimo posto – e Rugby 1823 (addirittura terzo). Non so quando e se sia mai successa una cosa simile, ma credo sia la prima volta.
Lo dico subito: non me la sto suonando e cantando, e so bene che si tratta di una piccola cosa. Però credo che per quanto vacua e momentanea si tratti anche di un piccolo evento da un lato e di un grande stimolo per noi diretti interessati dall’altro. Il web può infatti diventare un veicolo importante per una disciplina che trova pochissimo spazio nei media ufficiali e tra l’altro in maniera molto saltuaria: sostanzialmente solo per test-match e Sei Nazioni. Per il resto nisba: qualche trafiletto, qualche rubrica di un giornalista appassionato su qualche grande testata. Ma anche in quest’ultimo caso la presenza nel tempo è limitata e non continuativa. C’è la stampa locale, certo, però difficile se non impossibile da raggiungere per chi non vive nelle zone interessate. E anche lì, nelle versioni on-line siamo messi maluccio, per usare un eufemismo.
Secondo un bel post di Stefano Il Nero di un paio di settimane fa, qualcuno non si meriterebbe il manipolo di blogger italiani che tengono accesa la luce sulla palla ovale tutti i giorni. Non lo so, però mi piace pensare che un po’ di ragione Stefano ce l’abbia. Ad ogni modo spero che questo piccolo risultato di Wikio Blogs possa aprire qualche occhio distratto su lavoro mio, su quello di Duccio, di Christian Marchetti di Solorugby, su Right Rugby o sul blog di Alessandro Fusco, su InsideRugby, di Alessandro Canal e su Npr (dio mio, ora mi dimentico sicuro di qualcuno… perdonatemi!). Perché credo che senza di noi il panorama italiano rugbistico sarebbe più povero. Molto più povero.