Buon Natale, cara Francesca
NATALE
Oltre l’evidenza che pesa nel distacco
e fuori dall’abbaglio che ruba luce
nascondendo alla vista il fondo,
dentro il sistema di minimi raccordi
varchi, corridoi, passaggi e porte
l’enigma si disvela agli occhi:
le cose vive hanno radici comuni
che pescano dunque nelle cose morte.
Ciò che rinasce trasforma ciò che è nato
prolungandolo nella speranza del futuro
ed ecco che di colpo il vento della vita
soffia infilandosi impetuoso dentro
ovunque in giro per il mondo
Paolo Ruffilli
Poesia scritta da Paolo Ruffilli per Francesca Rita Rombolà
Il poeta Paolo Ruffilli
Amico mio, fratello nella Poesia che rende liberi ma bisognosi di tutto, anche di una fuggevole carezza soltanto. Dirti Buon Natale semplicemente è forse banale. So che sei lontano, ma so anche che la lontananza non è mai una barriera che divide e sommerge nell’oblìo quando il canto e le parole accomunano nei sentimenti più profondi, più elevati, più puri. Oggi apprendo, con stupore e meraviglia, forse anche un po’ disinibita, che il Natale è importante, per ciascuno di noi, più di quanto si possa immaginare giacché proprio l’enigma del mondo si disvela agli occhi: niente mai muore veramente, al di là della gravità che ci costringe al suolo e l’abbagliante manifestarsi di ogni apparenza, cosicchè il vento impetuoso e forte della vita può soffiare ovunque e dove vuole. Da sempre cerco di comprendere il senso oscuro e tenace della lontananza che avvicina, e oggi apprendo anche questo poiché comunicare per mezzo dell’essenza del linguaggio (cioè la Poesia) trasforma e fa rinascere ciò che è nato prolungandolo nella speranza del futuro. Un nuovo anno ci attende, forse come un nuovo inizio, e allora: che il nostro lottare nell’ascolto del Dire Originario ci faccia ancora trasmettere al mondo un raggio della luce primordiale che, chiara e soffusa, trasfigura la Dimora dell’Essere.