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Un nuovo campo nomadi nel cuore della città, nel Primo Municipio. Sotto al Ponte Testaccio, a 15 metri dal Mattatoio e dalla Facoltà di Architettura

Creato il 03 marzo 2014 da Romafaschifo
Un nuovo campo nomadi nel cuore della città, nel Primo Municipio. Sotto al Ponte Testaccio, a 15 metri dal Mattatoio e dalla Facoltà di Architettura
Un nuovo campo nomadi nel cuore della città, nel Primo Municipio. Sotto al Ponte Testaccio, a 15 metri dal Mattatoio e dalla Facoltà di Architettura
Un nuovo campo nomadi nel cuore della città, nel Primo Municipio. Sotto al Ponte Testaccio, a 15 metri dal Mattatoio e dalla Facoltà di Architettura
Un nuovo campo nomadi nel cuore della città, nel Primo Municipio. Sotto al Ponte Testaccio, a 15 metri dal Mattatoio e dalla Facoltà di ArchitetturaUn nuovo campo nomadi nel cuore della città, nel Primo Municipio. Sotto al Ponte Testaccio, a 15 metri dal Mattatoio e dalla Facoltà di Architettura
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Un nuovo campo nomadi nel cuore della città, nel Primo Municipio. Sotto al Ponte Testaccio, a 15 metri dal Mattatoio e dalla Facoltà di ArchitetturaUn nuovo campo nomadi nel cuore della città, nel Primo Municipio. Sotto al Ponte Testaccio, a 15 metri dal Mattatoio e dalla Facoltà di Architettura
Un nuovo campo nomadi nel cuore della città, nel Primo Municipio. Sotto al Ponte Testaccio, a 15 metri dal Mattatoio e dalla Facoltà di ArchitetturaMentre vado in bici noto dei figuri che percorrono una stradina sterrata sotto l'ex Mattatoio di Testaccio, portando a spalla alcuni materassi (toh, materassi). Lo sterrato finisce nella vegetazione sulle sponde del Tevere. Il tempo di scendere e tirare fuori la macchina fotografica e noto altre persone con materasso (toh, materassi) in spalla che si inoltrano nella vegetazione. Allego parte delle foto scattate da me che documentano l'allestimento di un campo abusivo nel cuore di Roma, nel Primo Municipio, in piena zona Unesco, a pochissimi metri da musei (Macro) e spazi di alta formazione (la Facoltà di Architettura di Roma Tre). Impossibile, poi, descrivere le urla bestiali che provenivano dal campo.
J. T.

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