Quando Paul Otellini,CEO di Intel,ha comunicato la propria volontà di lasciare la guida della società,mercati,analisti ed appassionati sono rimasti storditi da tale notizia. Nessuno, o quasi, se lo aspettava.
Otellini ha deciso di mettersi da parte, così che qualcuno di più preparato per le nuove sfide possa riportare Intel nell'Olimpo dei produttori nel settore Mobile.Otellini è nato e cresciuto all'interno di Intel, ed è legato ai vecchi paradigmi: investire in CPU Desktop e Server, nei migliori processi produttivi, e vendere il tutto al prezzo più elevato possibile. L'arrivo sul mercato degli economici SoC ARM ha scosso dalle fondamenta queste convinzioni. (Leggi anche: ARM Vs. INTEL : Il mercato Mobile sconvolge il Nasdaq)
Tra circa due mesi dovremo conoscere il nome del successore di Otellini, ma già da tempo testate giornalistiche ed analisti stanno cercando di indovinarlo.
Secondo gli esperti di mercato degli ottimi candidati potrebbero essere Stacy Smith, Chief Financial Officer in Intel o Andy Bryant, Chief Administrative Officer sempre in Intel. Il primo, ha affermato Nathan Brookwood di Insight 64, è un buon comunicatore e riesce a capire bene il mercato: “Stacy has demonstrated good skills in understanding the company”. Krzanich, responsabile delle fonderie, è favorevole ad un'apertura di Intel così da produrre per clienti esterni a pieno regime, cosa richiesta a gran voce dagli investitori. Ognuno di loro ha comunque un grave difetto: Smith non ha conoscenze approfondite tecniche informatiche, Krzanich non ha conoscenze di marketing e comunicazione.
Per questo motivo i più credono che Intel avrà un CEO esterno, il primo nella propria storia. Questo CEO dovrà avere sia conoscenze tecniche, sia conoscenze di marketing. In poche parole, un novello Jobs, capace di spingere Intel nell'investire nei settori realmente remunerativi.
Fino a qualche settimane fa si era fatto il nome di Jen-Hsun Huang, attuale CEO di nVidia, ma le sue richieste sono state definite eccessive: voleva il controllo totale della società. Alla Steve Jobs, insomma.
Un altro nome che si è avanzato è stato quello di Pat Gelsinger, CEO di Vmware, ma questi ha recentemente deciso di rifiutare le avance. Eppure sarebbe stato un CEO perfetto: ha lavorato in Intel per trent'anni (1979-2009) e conosce approfonditamente il mondo esterno ad Intel.
A questo punto la lista di nomi comincia ad accorciarsi vertiginosamente. Alcune testate asiatiche credono che un nome da tenere d'occhio sia quello di Sanjay K. Jha, attuale CEO di Motorola. Quest'ultima è il principale partner di Intel nel settore mobile su suolo statunitense, e nella storia recente molti dirigenti Motorola sono passati poi ad aziende attive nel campo dei semiconduttori, come ad esempio Hector Ruiz, CEO di AMD tra il 2002 e il 2008.(Leggi anche : Analisi del settore Mobile: Marketshare, trend , Investimenti)
Non mancano comunque gli outsider: Renee James, a capo dell'Ufficio Software di Intel, e David Perlmutter, Chief Product Officer in Intel.
Esiste anche una soluzione estrema, un doppio CEO, come ha fatto la tedesca SAP, colosso mondiale del Software Enterprise. Lo dice anche il detto, “due teste sono meglio di una ”. Soprattutto quando si devono elaborare dei piani per rilanciarsi.