L’incidente di Fukushima non deve fermare il “rinascimento nucleare”, ma d’altra parte l’industria globale dell’energia nucleare non può fare finta di niente: serve un nuovo atteggiamento per quanto riguarda la sicurezza.
È il pensiero del direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea), Yukiya Amano (nella foto), che lo ha espresso aprendo a Vienna la Conferenza sulla sicurezza nucleare: il caso ha voluto che l’inizio dell’evento, a cadenza triennale, fosse programmato per il 4 aprile, meno di un mese dopo il terremoto del Giappone. Tutto l’evento ha assunto così un altro significato: l’avvio di un nuovo corso della sicurezza nucleare.
Due sono gli aspetti fondamentali, secondo Amano: seguire scrupolosamente i più severi criteri di sicurezza e assicurare la massima trasparenza nella comunicazione al pubblico: «Le preoccupazioni di milioni di persone nel mondo sulla sicurezza dell’energia nucleare vanno prese molto seriamente. Per ripristinare la fiducia della gente nell’energia nucleare è vitale una rigorosa aderenza ai più stringenti criteri di sicurezza internazionali e alla piena trasparenza, in tempi buoni e cattivi».
In questo modo i vantaggi dell’energia nucleare in termini di costi e di riduzione delle emissioni di gas serra potranno essere sfruttati senza eccessivi timori per la sicurezza: Amano si è detto «fiducioso che la lezione dell’incidente in Giappone porterà sostanziali miglioramenti nella sicurezza operativa, nella regolazione e nella cultura della sicurezza in generale».
Lo stesso messaggio è stato al centro della World Nuclear Fuel Cycle 2011 Conference, organizzata a Chicago dal 5 al 7 aprile. John Ritch, direttore generale della World Nuclear Association, ha osservato che negli ultimi anni molti Paesi si erano orientati per un rilancio o un avvio dei programmi nucleari; dopo l’incidente di Fukushima la maggior parte di questi hanno deciso di proseguire sulla strada intrapresa ma con una revisione dei criteri di sicurezza. Solo la Germania ha preso una decisione politica contraria, con la chiusura parziale e provvisoria delle centrali.
«Dobbiamo riconoscere che la tecnologia che rappresentiamo ha suscitato spavento in un gran numero di persone. Ma l’industria nucleare può spiegare che questi timori sono infondati, e addurre i dati per dimostrarlo», ha affermato Richard Myers, vicepresidente del settore sviluppo del Nuclear Energy Institute americano.
L’appello di Amano non è caduto nel vuoto: è stato raccolto da Pierre Gadonneix, presidente del World Energy Council, che si è detto convinto della necessità di rivedere l’attuale organizzazione dell’industria nucleare globale, in particolare per quanto riguarda la sicurezza.
In una lettera aperta indirizzata ai politici e agli industriali dei 93 Paesi membri della sua organizzazione, Gadonneix si è concentrato in particolare sull’esigenza di una maggiore collaborazione a livello internazionale: le autorità nazionali devono fare in modo che «la sicurezza non sia un terreno di competizione, ma di cooperazione».
FONTE: http://www.nuclearnews.it/news-2613/un-nuovo-corso-del-nucleare/
COMMENTI (1)
Inviato il 10 aprile a 16:42
Ma perchè si continua a blaterare sulla sicurezza quando gli impianti nucleari sono gestiti da privati (leggasi Tepco) e oltre a Fukushima c'è stato al confine tra America e Canadà,il riversamento di acqua radioattiva nel lago Ontario?