Ciao girlssss…
Allora, oggi vi parlo di una tecnica che ho appreso (sempre da autodidatta) e pratico, anche se su questi schermi è comparsa poco (vedi qui e qui). Si tratta della tecnica del Kumihimo. Allora, qui vi voglio attente: Kumihimo non è Scooby Doo (se mai si scrive così) !!! La tecnica del Kumihimo ha origini lontane, tanto nella storia, quanto nel luogo. Essa infatti nasce in Giappone e si fonda tanto con la filosofia zen quanto con i samurai. In particolar modo è un’antica tecnica di intreccio dei fili per mezzo di un telaio circolare e/o quadrato. Oggi giorno si vede qualcosa e, soprattutto in rete, esistono tutorial. Personalmente, dopo aver visto qualche video, ho preferito comprarmi un libro e capire. Vi posso garantire che con il Kumihimo si realizzano gioielli, bracciali e collane molto particolari. Tutto dipende dall’intreccio scelto e quanti fili utilizzare. Con i telai oggi in commercio (acquistabili anche on-line), ci sono intrecci che da 12/18 fili (ed oltre) e ci sono fili e fili. Ma, vi assicuro, esistono telai molto, ma mooolto più grandi: quindi lascio voi immaginare quanti fili è possibile utilizzare. Qui, quest’oggi, vi presento bracciali realizzati con il cordino chiamato “coda di topo”, ma la fantasia non conosce limiti. Alcuni bracciali, infatti, li ho realizzati mixando fili diversi: coda di topo, nastri, e cordoncini (vedi qui e qui). Insomma, largo alla fantasia!!!
Ma veniamo a noi. Oggi vi presento solo alcuni di un certo quantitativo di braccialetti realizzati per Verona. Avrei voluto portare con me braccialetti realizzati a chiacchierino, ma il tempo era poco e avevo sempre il problema della lunghezza. I bracciali infatti mi vengono chiesti o morbidi o stretti. Insomma, per farli devo sempre avere la misura del polso. Questa volta, quindi, per bypassare questo intoppo, ho optato per il Kumihimo per poter giocare con i colori e per poter sfruttare il nodo scorsoio (questa è la via più semplice. Nodo scorsoio equivale a un bracciale che va bene a tutti. Ma esiste la possibilità di ricorrere anche ai terminali e a chiusure classiche; in tal senso, date un’occhiata ai primi due rinvii in alto). Ecco, quindi, un Oleandro in fiore, immortalato da Alessia, quasi alla vigilia per Verona:
Piccoli bracciali colorati affiorano sui rami. Bello e divertente giocare con i colori. A dire il vero è molto rilassante intrecciare i fili anche se bisogna stare molto attenti a non sbagliare. Se si scelgono due colori è possibile avere una spirale (l’intravedete – nella foto sopra – il bracciale in alto color rosa e marrone?), oppure una sequenza colorata. Tutto dipende dai colori dei fili e dalla loro disposizione sul telaio. Per questo servizio fotografico, ho optato per un modello relativamente semplice: sempre e solo 8 fili, in varianti da 2, 3 o 4 colori (ricordate che i fili possono arrivare anche a 12 o 18). Prendendo a caso alcuni bracciali presenti, si può passare dai colori del fucsia, rosa e marrone…
ai colori del verde (due sfumature) con rosa antico:
Indossati sono d’effetto e non passano inosservati, ma, vi supplico, non chiamateli Scooby Doo!!!
Un gomitoloso e matassoso abbraccio ed alla prossima, Benben <3"><3"><3
Credits photo: Alessia – Questione di focale