Magazine Cultura

Un'ora al museo

Creato il 25 ottobre 2011 da Litalianodalontano @italianschool
UN'ORA AL MUSEO
Questa settimana sono a Milano per un’opera che non è stata fatta in questa città ma che è conservata nella sala VI della Pinacoteca di Brera. Sto parlando del Cristo Morto di Andrea Mantegna dipinto tra il 1475 e il 1478 circa. Se guardo gli altri quadri della sala, vedo anche molte opere di Giovanni Bellini, un famoso pittore veneziano che per alcuni anni dipinse nello stile di Mantegna e poi trovò il suo particolare e altrettanto meraviglioso stile. Mantegna era molto amico di Bellini e ne sposò la sorella Nicolosia. 
Sembra quasi di essere capitati nel mezzo di una riunione di famiglia!
Un'ora al museo
La prima cosa che mi colpisce è che questo è un quadro piccolo, misura solo 68 x 81 cm. Cristo è sdraiato su una tavola di pietra e stanno per ungerlo prima della sepoltura, infatti vedo il vaso degli unguenti a lato del cuscino. Sono presenti accanto a lui la Vergine Maria, San Giovanni e una terza persona, forse la Maddalena, che piangono per la sua morte. Proprio davanti ai miei occhi, ci sono i piedi di Cristo, in cui si vedono molto bene le ferite per i chiodi. Il corpo è coperto in parte da un telo, il sudario. Andiamo dietro l’opera e cominciamo la nostra indagine.E’ un dipinto tempera su tela (come la Venere di Botticelli, dipinta pochi anni dopo) e sappiamo già che questo modo di dipingere non era molto usato in Italia, ma che viene dall’Europa del Nord.Di solito, a quel tempo, i pittori utilizzavano degli schemi sempre uguali per rappresentare una scena religiosa nelle chiese. Questo perché la pittura e la scultura dovevano insegnare le storie della Bibbia e dei Vangeli a chi non sapeva leggere. Mantegna non segue lo schema prestabilito, ma d’altra parte tiene per sé la piccola opera fino alla morte. Il pittore rende le figure con linee spigolose che le fanno sembrare quasi delle sculture. La linea serve sia ad indagare e a raffigurare lo stato d’animo dei personaggi sia a portarmi immediatamente al centro del dramma. Il corpo disteso di Cristo mi “segue” se ne fisso i piedi e mi muovo davanti al quadro. Che tipo di prospettiva è? Non mi pare che il corpo manchi di proporzione, ma sono sicura che un trucco tecnico c’è. Mantegna usa il metodo delle proiezioni parallele. Ma qualcosa ancora non mi è chiaro e guardando meglio scopro che ci sono due punti di vista differenti. Guardo il Cristo e mi sembra di vederlo dall'alto, guardo gli altri personaggi e mi sembra di essere all’altezza dei loro occhi: Mantegna è un maestro di illusionismo! La sua invenzione straordinaria sarà ripresa anche da altri famosi pittori, come per esempio Annibale Carracci.Una piccola nota sul pittore:

Andrea Mantegna nasce nel 1431 a Isola di Carturo in provincia di Padova. Si trasferisce a Padova da giovanissimo e impara il mestiere di artista alla bottega di Francesco Squarcione,  un grande conoscitore dell’arte antica romana e greca e in questa città conosce artisti come Paolo Uccello, Filippo Lippi, Andrea del Castagno e Donatello, famosi artisti toscani che gli fecero conoscere il Rinascimento Fiorentino. Fu il pittore di corte presso la famiglia Gonzaga di Mantova dove dipinse la famosissima Camera degli Sposi e a parte brevi viaggi rimase in questa città fino alla morte, nel 1506. Anche Lorenzo de' Medici, signore di Firenze, aveva una profonda ammirazione per lui e andò a Mantova a trovarlo nel suo studio. Mantegna è stato il più classicista tra i pittori del Rinascimento, la sua arte riprende sempre gli esempi dell'arte antica romana e greca, di cui era collezionista.

L’angolo delle curiosità: *Proprio in questi giorni a Venezia è in corso la Biennale delle Arti Visive: il Padiglione Italia è stato affidato al critico Vittorio Sgarbi che aveva proposto di mostrare solo il Cristo Morto di Mantegna come opera che rappresenta anche l’Italia di oggi (ma l’opera è ancora a Brera). 
*Il quadro ha ispirato anche autori del cinema, per esempio Pier Paolo Pasolini (intellettuale e grande amante dell’arte) che lo ha citato nella scena finale del suo film Mamma Roma (1962) dove ha disposto l’attore come il Cristo Morto
Un'ora al museo

*Alcuni hanno trovato una impressionante somiglianza con il Cristo Morto anche nella posa data al corpo senza vita di Ernesto Che Guevara quando è stato esposto per i giornalisti.

Un'ora al museo

 P.S.: suggerite pure nei commenti un'opera che vorreste vedere e guardare con me in un'ora al museo!
Iscriviti a Viadeo, il business social network scelto da <a href="http://www.viadeo.com/it/profile/lorenza.bevicini" title="Profilo Viadeo di Lorenza Bevicini"> <b>Lorenza Bevicini</b></a> e più di 30 milioni di professionisti

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :