Con le diverse porcilaie che vengono alla luce in questi giorni, forse si capirà una volta per tutte che l’antipolitica sono proprio i politici a fomentarla. E quando dico politici mi riferisco a tutti quanti, perché se sfumature si possono anche trovare, il colore della casta è uno solo: quello della melma. La politica come professione ci ha dato i brillanti risultati che campeggiano sui media in questi giorni, ma io vorrei soffermarmi non tanto sulla volgarità delle feste, sulle spese folli e immorali di alcuni, ma sul silenzio degli altri. Silenzio che si traduce in complicità. Già perché i soldi sono sempre stati distribuiti a tutti e tutti li hanno usati: dalla destra di Storace e dalla sinistra di Rifondazione per citare due opposti nazionali. Dall’Union valdotaine e dall’Alpe per restare nei confini di casa. Se a parole questi partiti sono distanti nei conti in tasca sono compari di fiera. La retorica della legalità così si frantuma a terra. Perché non conta come i soldi vengono spesi conta il fatto di riceverli. Un atto politico che giustifica un sistema ormai incancrenito che ha fatto il suo tempo. Che Alpe o il PD presentino gli scontrini fiscali delle loro legalissime spese non serve a molto. Gli onesti e i ladri: stanno sullo stesso ramo! Una prova è stata la richiesta da parte della minoranza di avere la Presidenza del Consiglio regionale. Richiesta scellerata, assurda, che denuncia, senza alcuna consapevolezza, il baratro che si è creato con i cittadini. Ma come ha fatto l’opposizione a rivendicare oggi una carica così importante in quello che viene percepito da molti come un porcilaio? Possibile che non abbia ancora capito che è proprio il ramo che si vuole segare? (Quel ramo diventato storto, dal troppo peso, non certo l’albero). Ma al capolinea della politica, intesa come professione, nessuno vuole scendere. Gli stipendi sono ottimi!