Non so esattamente come è nato questo trittico di articoli sull'antropofagia. A volte bloggare porta a strani percorsi mentali. Facciamo che se vi invito a cena in questi giorni voi rifiutate, così stiamo tutti più tranquilli, ok? ;-)
Oggi vi beccate anche questo pezzo preso da Repubblica e datato 2008.
Ne avrei un altro a tema ma, viste le polemiche che nascono ogni volta che si cita un episodio storico-politico, sono propenso a chiudere qui il discorso. Dal prossimo post si torna a parlare di cosucce più easy.
Col presente articolo torniamo alle origine ancestrali del cannibalismo, e scopriamo che la carne umana più pregiata è quella delle giapponesi.
Mi fido sulla parola.
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BERLINO - I cannibali esistono ancora, e hanno gusti ben precisi: la carne dei giapponesi è quella che piace loro di più. Quella degli uomini bianchi invece spesso ha un odore troppo forte, e risulta troppo salata. Lo raccontano il fotografo italiano Iago Carazza e l'antropologa tedesca Olga Ammann, nel libro appena uscito, "Die Letzten Papua". 238 pagine, 400 fotografie, pubblicato da White Star al prezzo in Germania di 38 euro. Ne riferisce ampiamente l'edizione online della Bild, (www. Bild. de) il quotidiano popolare tedesco che nell'edizione cartacea è anche il quotidiano più letto d'Europa in assoluto.
Carazza e la Ammann si sono recati per mesi in Papua-Nuova Guinea, dove molte tribù vivono ancora la loro vita identica a quella di secoli o millenni fa, completamente lontani dalla civilizzazione. Il cannibalismo ufficialmente è proibito da cinquant'anni in Papua-Nuova Guinea, ma i due autori citano molti antropologi, secondo i quali in diverse tribù l'antropofagia sopravvive almeno come rito: ci si ciba a volte dei propri cari morti.
In ogni caso, se bisogna credere a quanto scrivono gli autori del libro citati da Bild online, tra le tribù nella giungla ci sono anche molte persone che, intervistate, raccontano volentieri i loro gusti e preferenze nel macabro, agghiacciante mondo del consumo alimentare di carne umana. "Si trovano ancora - dice la Ammann citata dalla Bild - esseri umani che sanno descrivere le differenze tra i diversi sapori dei vari tipi di carne umana". La carne dei bianchi, continua l'antropologa tedesca, secondo gli abitanti della Papua Nuova Guinea intervistati, risulta non troppo gradita perché (affermano i cannibali, secondo lei) emanerebbe un odore troppo forte, e al gusto risulterebbe spesso salata. Molto più buona è la carne dei giapponesi, il cui gusto sarebbe superato solo da quello delle giapponesi, o in generale dalla carne femminile. Una prova della sopravvivenza del cannibalismo, secondo i due autori del libro e secondo il sito online di Bild, sarebbe il persistere tra quelle tribù della cosiddetta malattia di Kuru, un morbo che si diffonderebbe per via ereditaria tra chi appunto mangia carne umana.
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