16 APRILE – Che riuscire a vincere a Cesena fosse cosa tutt’altro che facile lo si sapeva fin dall’inizio tuttavia tutto l’ambiente gialloblù confidava in una vittoria per rinsaldare ulteriormente il secondo posto e continuare senza intoppi la corsa verso la promozione. Sul terreno sintetico del Manuzzi – con quasi 2.000 tifosi al seguito – i gialloblù hanno provato fino all’ultimo a scardinare la retroguardia bianconera, ma il bunker predisposto da Bisoli ha resistito per l’intero arco dei 90 minuti e l’incontro si è concluso a reti inviolate. Il risultato finale non deve però ingannare perché il Verona ha disputato un ottimo incontro – per oltre 60 minuti il Cesena non ha praticamente quasi mai superato la linea mediana del campo – dimostrando una evidente superiorità sia sotto l’aspetto tecnico-tattico sia sotto quello della corsa. Basti pensare che al triplice fischio finale i bianconeri hanno festeggiato in campo come se avessero vinto mentre il tecnico romagnolo – ai microfoni di Mediaset Premium nelle interviste post partita – ha addirittura definito i gialloblù una squadra di marziani. In ogni caso, vuoi per l’imprecisione delle punte scaligere vuoi per la sfortuna – palo di Sgrigna a portiere battuto e salvataggio in extremis sulla linea da parte di Comotto, sul conseguente tap-in di Jorginho – la squadra scaligera non è riuscita a trovare la via del meritato vantaggio.
Questa volta Mandorlini ha confermato il modulo 4-3-1-2 cambiando tuttavia gli attori e scegliendo Gomez quale compagno di reparto di bomber Cacia. La nuova coppia ha incontrato però qualche difficoltà di troppo. Sicuramente l’affiatamento non poteva essere al massimo – era forse la prima volta che i due giocavano insieme davanti – ma entrambi sono attaccanti portati per caratteristiche a cercare la porta e quindi destinati in un certo qual modo a “pestarsi” un po’ i piedi. Diverso forse sarebbe stato con Nicola Ferrari, che a differenza di Juanito è più portato ad allargarsi ma soprattutto è molto più abile ed efficace nel fare salire la squadra. Il Verona ha poi forse sofferto oltremisura l’assenza sulla fascia sinistra di Agostini, fermato nella rifinitura da un problema muscolare. Albertazzi, schierato al suo posto, non ha certo demeritato anche se, specie nel secondo tempo, non si è sempre inserito con i tempi giusti facendo mancare in più di un’occasione un adeguato supporto ad Hallfreddsson per lo “scarico” della palla. Nella fase centrale del secondo tempo, alla ricerca del vantaggio, Mandorlini è ricorso a più espedienti – tra sostituzioni e cambi di modulo – ma il risultato è rimasto inchiodato sullo zero a zero.
Oltre a scampoli di bel gioco, la squadra gialloblù ha messo in mostra anche una condizione fisica veramente eccellente, che a questo punto del campionato non è certo cosa da poco. Dopo il terzo pareggio interno consecutivo di un Sassuolo in evidente rallentamento – non vince in casa da quasi due mesi – e la contemporanea vittoria esterna del Livorno a Varese – 3 a 1 il punteggio finale per i toscani – siamo tornati ad occupare la terza posizione ma soprattutto si è ridotto a soli 4 punti lo svantaggio dei labronici – ora secondi – nei confronti della capolista. Un campionato decisamente riaperto che a questo punto diventa ancora di più avvincente ed interessante. Il prossimo doppio turno casalingo con Cittadella e Brescia diventa ora quasi fondamentale, specialmente se Maietta e compagni riusciranno – come è sicuramente nelle loro intenzioni – a portare a casa il bottino pieno.
E proprio Mimmo Maietta, ospite sabato pomeriggio negli studi di Sky Sport, ha confessato di credere fermamente nella promozione dei gialloblù ma che ci sarà da soffrire fino all’ultima giornata. Crediamoci quindi tutti insieme…
Enrico Brigi