Internet non finisce mai di stupirmi. Per mesi abbiamo assistito, e stiamo ancora assistendo, alla folle campagna oscurantista contro gli eBook in favore del cartaceo, portata avanti con argomentazioni luddiste: Ah! L’odore della carta!
E poco altro. Tutte puttanate del tipo che non ci si può portare l’eReader a mare o in bagno. Cose così, osservazioni basate sulla ricerca e il metodo scientifico… dell’Inquisizione spagnola.
Qualche giorno fa, il rumore delle arrampicate sugli specchi era talmente forte da assordare. La carta!! Ah, la cartaaaaaaaaaaaa!! L’urlo di chi scivola e cade nel baratro.
Ma dicevo dello stupore. Sì. Adesso, da un paio di giorni assisto a un altro fenomeno: il parere sull’eBook.
Un parere.
Sull’eBook.
Che viene chiesto anche a me. Perché io pubblico eBook. Ovvero, tradotto nel linguaggio di questa polemica idiota (eBook vs cartaceo), mi sono schierato, traffico con lo strumento del demonio.
In pratica sono segnato.
Tra un po’ metteranno su dei roghi e mi bruceranno.
Ecco, sono qui per dare una gentile risposta a tutti coloro che mi hanno chiesto un parere sugli eBook, dall’alto della mia grande sapienza e contaminazione.
E vi prego, non stupitevi di questo mio post. Se mi leggete, mi conoscete. E sapete quanto possa essere caustico.
Ebbene…
***
No.
Scordatevi che vi dia un parere. Prima di tutto perché sono stanco di discutere di cose ovvie, e non ci penso proprio a tentare di riportare alla ragione gli sniffatori di libri. Strane creature.
Gente che argomenta con tali tesi a supporto non può essere ascoltata. Quindi scelgo di ignorarla.
E poi, che vi devo dire? Che il mercato dell’eBook italiano è stato gambizzato fin dall’inizio da una politica stolta?
Che vendere eBook a 12 euro spinge la gente a scaricarli illegalmente?
Se non l’avete capito da soli, non siete di questo mondo. È meglio che vi aggiorniate con gli eventi del ventunesimo secolo.
Seconda cosa, scopro di essere diventato, per alcuni “attentissimi” lettori, un crociato a mia volta, dell’eBook però.
Anche queste sono cazzate. Sa di strumentalizzazione.
L’eBook è un file. Nient’altro. Un supporto che contiene dati. Ficcatevelo bene in testa.
Inutile discuterne.
Ma di che volete parlare, di un formato di un file?
Vedete, è questo che mi spaventa. Che si possa stare a scannarsi, in modo figurato ma anche no, per un semplice elemento del software.
È follia.
***
E io non ho tempo da perdere a discutere su argomenti folli.
Un parere da me? Non siete in grado di farvelo da soli? Vi hanno scippato l’autocoscienza? O sarà colpa degli acari che si sono annidati nella testa, passando per il naso?
L’eBook è un libro elettronico. Questo è.
Poi potete continuare a ciarlare finché volete sulle vostre cazzate neo-romantiche oscurantiste. E dev’essere una vera sofferenza, in fondo. Perché, a dispetto di odori e carta, la realtà non cambia, l’eBook è un libro.
Tutto qua.
Strano, ma vero.
Un tempo c’erano i papiri. E già allora scassavano le palle per le tavolette cuneiformi. Ah, ma vuoi mettere il peso? Il papiro è troppo leggero. Non durerà.
OMG.