Un Partito nello Stato o nella Nazione?
Le ultime vicende degli ultimi giorni sull'annuncio di una parte dei senatori del gruppo Pd di non votare la nuova legge elettorale nonostante il voto del gruppo stessa e della direzione nazionale richiederebbe una qualche riflessione che va oltre a qualche tweet.
Fin dal 2007 il PD si è posto l'obiettivo di essere un esempio del e per il rinnovamento della Nazione Italia, ma tutto questo è possibile nelle regole dello Stato Italia?
Per punti. Alle primarie del dicembre 2012 abbiamo votato il candidato premier, candidato che però aveva necessità (oltre ai voti dei cittadini che sono mancati) dei voti in parlamento per formare un governo, Parlamento in cui la maggioranza degli eletti PD sono stati scelti con primarie svincolate dal voto sul candidato premier, essendo in una repubblica parlamentare il rischio di avere in candidato premier sgradito alla maggioranza degli eletti in Parlamento c'era.
Successivamente quelle liste sono state integrate da persone gradite al candidato premier o agli altri esponenti del Partito, una scelta inevitabile sia per quello detto prima che per assicurare una gestione tranquilla del PD.
A febbraio 2013 le Politiche sono andate male come sappiamo, quindi a dicembre il nuovo segretario eletto dagli elettori, poi Premier, si è trovato (anche per quanto detto sopra) con due gruppi parlamentari se non ostili di certo con ampie fasce in dissenso.
E qui finisce il nuovo partito ed entra l'autonomia degli eletti in Parlamento. La cosa non è del tutto campata in aria, anzi, ma qui ci si deve chiarire: è evidente che non possiamo modificare le regole dello stato per andare incontro alle esigenze interne del PD, ma se non si vuole almeno andare verso la natura del Partito nuovo (e quindi più legato ai destini del segretario e del suo programma) almeno lo si comprenda e ci si provi.
Io Renzi non l'ho votato, e nemmeno Civati, ma qui ci si deve chiarire: se non ci va bene questo modello torniamo ad uno dove il segretario fa il segretario ed il Premier il premier,a su questa proposta Cuperlo è stato abbastanza sconfitto nel voto degli elettori. Quindi che fare? Io credo che far finta di nulla sarebbe peggio. E non per fare un favore a Renzi, ma perché era chiaro fin dall'inizio che fossero queste le regole del gioco.
Si tratta di piegare la testa? Non credo, ognuno può e deve portare avanti le sue battaglie ma se si pensa che sia legittimo che gli organismi votino e decidano come procedere, poi pur con molti dubbi sarebbe giusto seguire questi voti; e non perché così si toglie legittimità al Parlamento, ma perché appunto queste erano le regole del PD dall'inizio.
Tutto questo sempre senza mancare di rispetto a nessuno, ma anche senza far finta di niente.