Magazine Opinioni

Un partito tra parentesi

Creato il 14 luglio 2012 da Alextog @sandratognarini

Il PD è un partito di cui possiamo fare a meno. Se il suo segretario arriva a dire che sono solo "beghe interne" il dibattito sulla posizione da tenere in campagna elettorale in merito ai diritti civili di centinaia di migliaia di persone significa che non si è ancora ben compreso, dopo almeno duemilacinquecento anni di letteratura, filosofia, pittura, scultura, architettura, musica… che l’uomo non è solo quello che mangia. Il programma di un partito non può e NON DEVE limitarsi alle politiche sul lavoro e sul portafoglio. Perché, se è vero che se non si lavora non si guadagna e se non si guadagna si grava sui portafogli altrui, è soprattutto vero che solo una persona non dico felice ma per lo meno serena nei confronti del mondo esterno può essere un cittadino "utile" per sé e per gli altri. Lo Stato non deve fare poesia, certo. Ma è "interesse" dello Stato eliminare conflitti sociali e, in piccolo, familiari. E’ interesse dello Stato che i cittadini, per quanto è possibile, si emancipino dai loro problemi al fine di costituire una risorsa su cui scommettere per il futuro di tutti. E’ infine dovere dello Stato venire incontro ai bisogni di chi, pur considerato cittadino di serie B, continua tuttavia a pagare le tasse.

Tutto questo Bersani, Bindi, Letta non lo hanno capito. E allora perché chiedono una chance per andare al Governo di questo Paese? Non sono diversi da chi li ha preceduti.

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