“Un passeggero insolito e il fascino delle destinazioni” di Stefania Lombardi per WINE ON THE ROAD
Da Silviamaestrelli
Stefania Lombardi abita a San Miniato (PI). Impiegata all’ Istituto di Ricerca ISTI-CNR di Pisa, svolge attività di monitoraggio di progetti europei del 6° e del 7° PQ e si occupa di organizzazione eventi. Per il concorso letterario 201 di Villa Petriolo "Wine on the road” ha scritto il racconto “Un passeggero insolito e il fascino delle destinazioni”.Racconto “Un passeggero insolito e il fascino delle destinazioni” di Stefania Lombardi. I viaggi: una miriade di speculazioni letterarie; un mondo d’ispirazioni e un universo ancora da scoprire. Questa è la storia di un passeggero poco considerato: un passeggero su una moto. Perché? Semplice: la corsa in moto e le relative sensazioni sono vissute in solitario da chi preme l'acceleratore e decide del proprio destino a due ruote. Esiste anche il passeggero però: egli non decide la velocità, non decide il ritmo, non decide la strada ma nemmeno subisce tutto ciò; semplicemente si abbandona. Si abbandona perché deve.Si abbandona perché sceglie.In pratica sceglie liberamente ciò che deve. Qualsiasi filosofo impazzirebbe perché per il passeggero di una moto libertà e necessità coincidono. Sai benissimo che sei un sasso lanciato in aria da qualcosa ma scegli anche di essere lanciato in aria. Sei un fantoccio, una bambolina che si adatta a tutto ma è sbagliato pensare che tu sia senza volontà: la tua volontà è quell’adattarsi a un'altra volontà; perché devi; perché vuoi; perché vuoi ciò che devi. Ripeto questo concetto perché me lo ripeto mentalmente da passeggero; di continuo. Mai distrarsi, mai staccarsi da quella volontà altra alla quale la tua si deve adeguare e che liberamente sceglie di assecondare. Vedi tutto con distacco come davanti a un monitor.Sembra un video-game con gli ostacoli da superare e gli slalom fra i vari impedimenti; c'è persino ciò che devi prendere per ricaricarti: il distributore di benzina.Il super premio sono i successivi pit stop: alle cantine per delle fraganti degustazioni.Sembra strano assaporare tutto questo sotto il cocente sole estivo ma, vi assicuro: questa tipologia di viaggio verso le cantine ha il suo fascino.C’è anche un altro aspetto: assaporare la velocità e pregustarsi le cantine nel pieno rispetto delle normative riguardanti sia la velocità sia il tasso alcolico.La legge è la tua libertà.Anche sotto quest’ultimo aspetto libertà e necessità coincidono.Ecco che bussano i filosofi già impazziti. Il tanto amato distacco per meglio conoscere il mondo tanto decantato dai filosofi è lì a portata di mano: osservi la tua vita con distacco ma sai benissimo che proprio della tua vita si sta parlando e quella no, non è un video-game, non è un gioco. Pensi allo sguardo da killer che ha chi corre sfidando la grande livellatrice; sai che un giorno vincerà perché così è scritto ma oggi è bello poter dire che non è giunto ancora quel giorno. Il bello della moto è poter dire alla fine della corsa: non ancora. La sua adrenalina è la tua, la sua sfida è la tua e tu non puoi che assecondare tutto questo e abbandonarti come una bambola; solo che l'hai scelto. Hai scelto di abbandonarti alle sue decisioni perché non puoi fare altrimenti; e assieme sfidate la grande livellatrice, quella che alla fine di tutte le corse vincerà su ogni creatura vivente.Non scegli la velocità, la vivi.Il vento non ti accarezza, ti punge; e ti piace. Sì, perché lì sopra ogni cosa è rude, tutto è primordiale. E allora ti chiedi cosa invece possa pensare il guidatore, la persona che decide.Forse teme che la tua volontà possa non adattarsi alla sua; in fondo basta un attimo: si rompe un equilibrio e si distrugge un sistema; e sai che quella è una partita che probabilmente non potrai giocare daccapo. La totale abnegazione e la fiducia non è solo tua; è anche sua. Il guidatore è un tutt'uno con la moto; deve.Tu sei un tutt'uno con il guidatore; devi. Il sillogismo che tu sia anche un tutt'uno con la moto non è così scontato ma sarebbe auspicabile. Questo passeggero pensa alla fisica e alla filosofia e ai bisogni primari dell'umanità su un mezzo che rappresenta un bisogno indotto e odora di combustibile fossile. Il passeggero sa che non ha più senso parlare di paradossi perché sono questi ultimi la normalità delle cose.Fine di un’altra corsa; ora ti rilassi nell’ultima cantina. Dopo la velocità a due ruote, la stabilità di una sedia e le coccole di un odore un po’ asprigno ma gradevole; quel retro gusto fruttato ti cattura. Ecco la quiete dopo la tempesta. Ecco la pace dei sensi perché sai che è una giusta ricompensa.L’insolito passeggero è ora in pausa per una distensiva sosta.Queste soste sono il senso del viaggio.Sei sempre pronto a ricominciare verso nuove sensazioni.Nell’alternanza di sosta e corsa hai trovato la tua serenità.La tua libertà è abbandonarsi all’adrenalinica corsa prima, e alla distensiva sosta poi; è la libertà di un passeggero alquanto insolito.
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