Allen Stewart Konigsberg – in arte Woody Allen- nasce nel 1935 in una famiglia modesta di origini ebraiche, la sua passione per il cinema nasce in tenera età , infatti all’età di 3 anni la madre lo porta per la prima volta al cinema a vedere “Biancaneve e i sette nani” e da quel momento la sala cinematografica diventa la sua seconda casa. All’età di diciassette anni, assume lo pseudonimo di Woody Allen, in onore del celebre clarinettista jazz Woody Herman. Preferendo la scrittura di barzellette e gag, abbandona gli studi per tentare la strada del cabaret. Fino a quando scrive la sceneggiatura di Ciao, Pussycat (1965), film poi diretto da Clive Donner che lo scritturerà anche come attore, decretando il suo debutto nel mondo del grande schermo. Nel 1969 esordisce alla regia con Prendi i soldi e scappa (1969), parodia del genere gangsteristico, in cui interpreta un impacciato imbroglione. La consacrazione autoriale arriva con Io e Annie (1977), intelligente commedia stile anni ‘40 dall’evidente marchio autobiografico, che polemizza con Hollywood alla quale contrappone una nevrotica e insicura New York. Il film che frutta ad Allen tre premi Oscar 1978 per il “miglior film”, la “miglior regia” e la “miglior sceneggiatura originale”, e alla Keaton quello per la“migliore attrice protagonista”.
Il film è interamente dedicato alla Keaton: il personaggio di Annie Hall, la protagonista, ha il vero cognome di Diane Keaton, che la interpreta, il cui vero nome è proprio Diane Hall. Annie è inoltre il soprannome con cui Woody Allen chiamava la sua compagna. Dopo un forte periodo di crisi, quando tutti ormai lo consideravano un regista sul viale del tramonto, torna alla ribalta al Festival di Cannes 2005, dove presenta un film atipico per la sua filmografia, Match Point, con Jonathan Rhys-Meyers e Scarlett Johansson. Allen, questa volta solo sceneggiatore e regista, abbandona i toni della commedia per girare un dramma/thriller di denuncia sociale (in parte ispirato dal celebre romanzo Delitto e castigo di Fëdor Michajlovič Dostoevskij). La pellicola è insolitamente ambientata a Londra (lontano dalla sua New York), e adotta anche una colonna sonora decisamente nuova per Allen: non più jazz, ma musica classica. Interessante la logica del film in cui la società è impregnata di un cinismo con cui si è perso ogni senso morale, per cui al delitto non segue più il castigo. Nel tennis è il match point che segna la fine della partita; nella vita, è il caso a determinare la vittoria o la sconfitta.
« Ci sono momenti in una partita di tennis in cui la palla colpisce il nastro e, con un po’ di fortuna, lo oltrepassa, e allora si vince; oppure no… e allora si perde. » (Dal prologo del film).Secondo le dichiarazioni dell’autore, Match Point è il film del quale va più orgoglioso.
Nel 2007 Sogni e delitti, thriller con Ewan McGregor e Colin Farrell, segna il ritorno a un cinema più drammatico che indaga nelle perversioni umane più inconfessabili.
Con Whatever Works – Basta che funzioni ritorna ad ambientare un film a Manhattan dopo il periodo “europeo” offrendoci con il suo stile ironico, colto e leggero, un’altra puntuale riflessione sul mondo e l’uomo.
Siamo tutti in trepida attesa per il suo prossimo capolavoro “You Will Meet a Tall Dark Stranger” le cui riprese sono iniziate a luglio 2009. Allen torna a Londra; il lungometraggio vedrà nel cast Antonio Banderas, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Anupam Kher, Freida Pinto e Naomi Watts. Il film,presentato fuori concorso alla 63° edizione del Festival International du Film de Cannes, è, purtroppo, stato bollato come un lungometraggio non riuscito: “il soggetto è stantio e ripetitivo”. Ma noi fan non crediamo a queste “voci” e andremo a verificare direttamente al cinema il 3 dicembre 2010 (giorno di uscita del film).