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Quando leggo un'opera di Moore, recupero immediatamente fiducia nel termine "GRAPHIC NOVEL".
Graphic Novel, come diceva il buon Nanni Moretti in Palombella Rossa, "le parole sono importanti".
Michele, il personaggio del film così diceva:
"Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!"
E nel mondo del fumetto, abbiamo queste due parole, alle quali che nel corso degli anni gli abbiamo conferito un certo cipiglio.
Citiamo Wikipedia - Il romanzo a fumetti o romanzo grafico, traduzione letterale dell'espressione inglese graphic novel usata comunemente anche nell'italiano, è un formato di in cui le storie sono più lunghe (come appunto un romanzo), autoconclusive e in genere rivolte ad un pubblico adulto. Per esso è stata utilizzata anche l'espressione "fumetto d'autore", in contrapposizione a "fumetto popolare" (spesso identificato col "fumetto seriale").
In altre parole, senza strumentalizzare nulla, senza portare acqua al mio mulino, potremmo anche dire che una Graphic Novel, un volume venduto con tale dicitura, è un acquisto che suscita decisamente molte aspettative.
Nelle ultime due settimane mi son imbattuto in 3 Graphic Novel.
La prima, cartonato (perchè altra peculiarità della Graphic Novel in Italia, è il fatto che quasi sempre è un cartonato) edito da NPE, porta la firma di un autore italiano, è intitolata "Asso", costa 15€, e ne ho parlato qui.
Irritante dal promo: La Graphic Novel è la malattia, lui è la cura.
La seconda, è edita Panini è dell'anno scorso, ed è una pubblicazione più subdola, in "Sex & Violence" la componente autoriale è dato dal fatto che il fumetto è illustrato da un nome che solitamente ormai è sinonimo di grosse vendite, Gabriele Dell'Otto, e un mio breve commento sul volume invece lo trovate qui.
Ovviamente è un cartonato, e costa 12€, ed a parte le tavole del disegnatore romano, che "regala", notare e virgolette, qualche illustrazione veramente notevole, credo sia semplicemente uno dei fumetti più brutti pubblicati l'anno scorso. No forse mi sbaglio la cosa più brutta che abbia letto resta Asso.
Ma il punto è che le rigide leggi del mercato hanno proposto questa imbarazzante mediocrità, con il titolo di fumetto autoriale.
Quindi grazie di esistere signor Moore, nel mio piccolo dico sul serio, meno male che lei è rimasto fedele alle aspettative dei suoi lettori e non si è piegato ai blockbuster, grazie per dare un senso una volta ogni tanto, alla definzione di 9° arte, quando si parla di fumetto. Senza di lei e qualcun'altro che ogni tanto fanno sentire la voce della proproa indiscutibile creatività, saremmo indottrinati da editori ed autori a ritenere "opere" , delle robe improponibili.
Un piccolo omicidio è un romanzo delizioso, ha un incipit aggressivo, proprio perchè le parole sono importanti, Moore con la sua incofndibile prosa tocca le corde della nostra sensibilità con parole chiave, che suggeriscono alla nostra mente che stiamo leggendo una storia molto adulta.
Anche il decorso potrebbe definirsi inquietante: l'ansia, l'angoscia, la fobia del protagonista, Timothy, un rampante pubblicitario inglese, vissuto a cavallo del periodo Tatcher, dettano il ritmo della lettura.
Eppure non è un giallo, un noir, o un thriller.
Al contrario è la storia di una rinascita, un ritorno alla vita, un delizioso ottimistico romanzo, sulla seconda possibilità, un riscatto, e se sperate che vi dica oltre tutto questo, se sperate che vi suggerisca oltre per quel che conerne la trama. allora non mi conoscete bene.
Un piccolo omicidio, è la cosa più bella mi sia capitata di leggere finora, direi che è il fumetto più bello su cui ho messo le mani in questi primi mesi del 2013.
I testi di Moore sono sublimi, l'impostazione della storia, la timeline, sulla quale il bardo srotola la storia, è lineare, liscia, fluida, l' assolutamente perfetta alternanza ai fini della narrazione, del "presente" con i "ricordi", accommpagnano pagina dopo pagina il lettore fino alla fine.
Era dai tempi di "Sacco Amniotico" che non leggevo qualcosa di così bello, Moore con questa Graphic Novel, dimostra di essere il grande autore giustamente, universalmente riconosciuto.
Potrà essere essere antipatico, spocchioso, irritante, arrogante, snob, ma se questo caratteraccio è lo strumento per prendere le distanze da una imbarazzante mediocrità che ha investito questo media, allora prego maestro, li prenda a calci in culo, ma non smetta di scrivere.
Oscar Zarate, è lisergico, intrigante, ipnotico, e come Lloyd, come Campbell, come Gibson, sposa la sceneggiatura di Moore senza remore, c'è una simbiosi totale della quale difficilmente potreste evitare di innamorarvi.
Ed oltre questo non riesco a trrovare altre parole per recensire o commentare le tavole di Zarate.
Se mi concedete il termine direi efficace.
Bello, e l'edizione italiana della Magic Press, (15€) è arricchita dall'introduzione di Carlos Sampayo, il co-creatore di Alack Sinner, semplicemtente il fumetto che dal 1974 detta le regole per la stesura delle storie noir.
Impreziosita dalla post fazione delgi stessi autori che raccontano il processo creativo dell'opera.
Era da parecchio tempo che non chiudevo così soddisfatto un fumetto, e ne caldeggio spassionatamente l'acquisto o il taccheggio se siete in grado.
Buona lettura e grazie ancora signor Moore.
Bai ai pupi
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