Magazine Cucina

Un piccolo viaggio nella storia del whisky

Da Laviadelgusto

IL WHISKY


LA STORIA

Le origini della distillazione del Whisky di malto si perdono nel tempo. In Scozia le prime produzioni risalgono al XV secolo, benchè le tecniche

Un piccolo viaggio nella storia del whisky
di distillazione fossero già conosciute da tempo.
Nonostante la fiera tradizione scozzese, la paternità dell’invenzione è irlandese, infatti già nel XIII secolo di produceva in Irlanda il Uisce Beatha (antenato del whiskey).

WHISKY E WHISKEY

La differenza tra questi due nomi è soltanto il luogo di produzione. Per chiamarsi “whisky” deve essere prodotto esclusivamente in Scozia, tutti gli altri (Irlanda, Canada e U.S.A.) si chiamano “whiskey”.
Vi sono tuttavia delle differenze nelle tecniche di produzione e nel gusto: il whisky di malto scozzese presenta spesso note di malto affumicato totalmente assenti nel whiskey di malto irlandese (in quanto in Irlanda il malto viene fatto asciugare in forni chiusi senza alcun contatto con il fumo di torba), il primo viene distillato due volte mentre il secondo tre per conferirgli un gusto più puro e morbido.

IL SINGLE MALT WHISKY E IL BLENDED WHISKY

Un single malt whisky è un’acquavite che proviene da un’unica distilleria e prodotto esclusivamente con malto d’orzo. Durante l’imbottigliamento può includere un whisky proveniente da una precedente produzione della stessa. L’età presente sull’etichetta indica il tempo trascorso nella botte dal whisky più giovane incluso nell’imbottigliamento.
Il 95% del whisky di malto prodotto nelle 116 distillerie esistenti in Scozia è destinato al blending, e soltanto la restante piccola parte viene commercializzata come single malt whisky.
Un blended whisky nasce invece dall’incontro di diversi single malt whisky (da quindici fino a quaranta) con uno o più whisky di cereali. La scelta dei malti, del loro numero e della loro dose sta tutta al fiuto del master blender, il maestro addetto alla miscelazione. La quantità di single malt whisky ne determina la qualità del prodotto finito.
Nel mondo esistono inoltre whiskey prodotti con cereali diversi dal malto d’orzo, ad esempio molti whiskey americani sono prodotti dal mais.
In questa recensione tratteremo solo i single malt whisky, che sono caratterizzati da una tradizione storica immutata e il loro gusto non può essere replicato in nessun modo.

LA PRODUZIONE

La prima fase di reali

Un piccolo viaggio nella storia del whisky
zzazione del whisky è la produzione del malto. L’orzo di prima qualità viene prima macerato in acqua e poi steso su speciali pavimenti a germinare. Durante questo processo si creano nuovi enzimi che, al momento dell’infusione, trasformano l’amido in zuccheri. Dopo un periodo che può variare dai sei ai sette giorni, l’orzo, chiamato ora malto verde, viene messo ad essiccare in una fornace. Il calore arresta la germinazione e il fumo prodotto conferisce il suo tipico aroma.

Questa fase viene seguita dall’Infusione. Il malto essiccato viene macerato e trasformato in una sorta di farina grossolana successivamente mescolato con acqua a 67 gradi C mentre viene versato nel tino di infusione. La purezza dell’acqua scozzese e le sue particolari caratteristiche sono di grande importanza. Questa miscela viene rimescolata facilitando così la trasformazione degli amidi in zuccheri. Dopo l’infusione, al liquido zuccheroso che ne risulta, viene data il nome di mosto.

Segue la fermantazione. Il mosto raffreddato a 20 gradi C viene pompato in grandi recipienti di fermentazione dove si aggiunge il lievito e così il processo di fermentazione comincia. Il lievito si nutre degli zuccheri trasformandoli in alcool e produce anche piccole quantità di altri composti come i congeneri che contribuiscono al gusto del whisky. Dopo circa due giorni la fermentazione è esaurita e il mosto fermentato contiene dal 7 al 9 % di alcool in volume.

La fase di distillazione che segue dipende dalla forma degli alambicchi utilizzati, in quanto dalla forma di questi dipende il gusto del whisky. La distilleria infatti mantiene la struttura degli alambicchi immutata nel corso degli anni. Durante la distillazione l’alambicco viene riscaldato fino a 86 gradi C. L’alcool e gli altri composti evaporano e, passando attraverso il collo dell’alambicco, raggiungono un condensatore o una grande serpentina di rame, immersa in acqua corrente fredda dove il vapore si ricondensa in liquido. Il mosto fermentato viene distillato due volte in Scozia e tre volte in Irlanda. La prima distillazione avviene in alambicco, dove l’alcool viene separato dall’acqua, dal lievito e dal residuo liquido. Il primo distillato, che contiene circa il 20% di alcool in volume passa poi in un altro alambicco, per la seconda distillazione. I composti più volatili che evaporano per primi e l’ultima parte del prodotto distillato costituita di composti più oleosi vengono mescolati ai low wines della partita successiva e distillati nuovamente. Solo la porzione mediana, che contiene circa il 68% di alcool in volume, viene raccolta in un recipiente di sicurezza. Il nuovo distillato, incolore e ad alta gradazione alcoolica (ridotta per l’invecchiamento al 63% di alcool in volume), viene messo in barili di quercia che spesso sono già stati usati per l’invecchiamento di whisky scozzese o bourbon o sher

Un piccolo viaggio nella storia del whisky
ry.

La fase finale è l’invecchiamento, durante il quale il whisky diviene più morbido e profumato e prende il colore del legno della botte. Una parte di alcool si trasforma in esteri e in altri complessi composti che accrescono in modo indefinibile le caratteristiche distintive di ogni whisky. Ogni anno dell’invecchiamento circa il 2% del whisky contenuto in ogni botte evapora; questa percentuale è chiamata the spirit of angels (la parte degli angeli).

A differenza del vino, il whisky non subisce un ulteriore invecchiamento una volta imbottigliato.

LE REGIONI DEL WHISKY

Le caratteristiche dei Single Malt Whisky derivano principalmente dalla regione in cui vengono prodotti, come nella produzione del vino italiano, dipendenti dalla posizione, dal clima e dalle tecniche produttive.
I whisky delle isole sono torbati con influenze marittime, quelli della Highlands morbidi e fioriti, quelli dello Speyside fruttati e delicati e quelli delle Lowland chiari e freschi.

Isole (Islay & Skye)

Posizionate tra le isole scozzesi Ebridi interne, si trovano le isole Islay e Skye, aratterizzate da paesaggi aspri esposti al vento e alle tempeste. In queste i

Un piccolo viaggio nella storia del whisky
sole si producono whisky single malt con un forte aroma torbato e marittimo. L’aroma torbato deriva dalle acque dei fiumi ricche di torba e dal fatto che viene utilizzata la torba (combustibile naturale che deriva dalla decomposizione dell’erica) per essicare il malto.
I malti delle isole sono inconfondibilmente forti con aroma deciso, caratterizzati dall’odore “affumicato” , fino alle note più sorprendenti come quella di pepe nero che si trova nel Talisker.
I whisky delle Islay sono Ardbeg, Lagavulin, Laphroaig, Bowmore, Bruichladdich, Bunnahabhain e Caol Ila; nell’Isola di Skye si produce il Talisker.

Highlands

Questa regione famosa per l’invenzione della Cornamusa è la più vasta della Scozia, caratterizzata da vette aspre e brughiera coperta di ericae ci offre dei whisky caldi dal gusto rotondo. Troviamo la costa occidentale con influenze marittime sui malti che ci offre whisky come l’Oban la zona centrale ricca di erica e miele che ci offre whisky come il Dalwhinnie.

Speyside

Questa regione attraversata dal fiume Spey (lungo 110 miglia) è una valle lussureggiante e fertile che ospita oltre la metà delle distillerie scozzesi. Molti whisky prodotti in questa zona vengono maturati in botti da sherry che danno loro sapori di frutta essicata, miele, vaniglia e frutta fresca. Sono noti per le caratteristiche delicate il Cardhu e il Cragganmore.

Lowlands


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :