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Un po’ di scienza: la Formigona Ridens

Creato il 18 aprile 2012 da Albertocapece

Un po’ di scienza: la Formigona RidensOgni tanto meglio dimenticare il momento drammatico che stiamo vivendo, per concederci un tuffo rasserenante nella natura. Parliamo di uno straordinario e caratteristico insetto che si trova nelle nostre regioni la Formigona ridens. Il nome sembrerebbe farne un parente stretto delle formiche, invece appartiene all’ordine delle Mantoidee, insomma è parente della mantide religiosa con la quale ha in comune l’atteggiarsi in preghiera, però costituisce delle comunità ristrette che gli scienziati chiamano comunioni . Vìve nell’area mediterannea, anche se talvolta lo si può trovare in zone tropicali, dove è sovente portato dagli yacht nei quali s’intrufola a causa del suo formidabile appetito.

La Formigona ridens è comunque abbastanza stanziale, a volte conserva il proprio nido per anni in qualche caso anche per molti anni. Ma la sua caratteristica più notevole sono le sue mutazioni nel corso del tempo. Nello stadio giovanile ha un mantello grigio e si tiene lontano dalla femmine della specie mentre impara a nutrirsi  assieme ad altri fuchi: praticamente non c’è nulla che le sue mascelle non riescano a masticare e nulla che il suo appetito disdegni. Al punto che uno dei luoghi che sembra prediligere sono gli ospedali dove c’è una serie quasi infinita da mettere sotto i denti: dal legno, alle bende, alla carta da mazzette, al cibo delle cucine e persino le calzature.

Con questa dieta finisce per crescere e irrobustirsi: il suo colore diventa più chiaro e comincia la stagione degli accoppiamenti, che sono tuttavia fugaci e disordinati. La formigona in pratica acchiappa le femmine che passano dentro la sua sfera visiva e odorifera, in uno stadio che i ricercatori chiamano della velina. E in questa fase che le mascelle si allungano e acquistano quella forma un po’ all’insù da cui deriva il ridens: pare infatti che questa forma favorisca la preparazione della femmina all’amplesso.

Ma una mutazione ancora più appariscente avviene ancora più in là quando la formigona acquista una livrea variopinta, con colori sgargianti che sembrano quelli di una camicia hawaiana. Contemporaneamente anche l’addome si sviluppa in grandezza e viene esibito presso gli altri membri del gruppo con movenze simili allo sculettamento. La funzione di questo comportamento è ancora sconosciuto e misterioso, anche se alcuni ricercatori che hanno studiato in particolare questa fase, detta del ciula, sostengono che si tratti di una perdita di controllo nervoso della parte addominale.

E in questa fase che è più facile osservare la formigona, specie nella stagione primaverile, ma per chi non avesse voglia di fare la posta all’insetto ci sono ottimi documentari e anche su You tube si trova parecchio materiale.

Però è qui che arriva la sorpresa  il cambiamento più straordinario e certamente inaspettato proprio a questo stadio ormai tardo: a un certo punto la formigona fa come certi scarabei, dopo aver raccolto sterco a profusione, ne fa una palla e vi si annida. Dopo qualche tempo ne esce completamente trasformato, non come farfalla, ma come bruco, insomma sotto forma di lungo lombrico di cui nessuno sospetterebbe la  complessa vita anteriore. Nello sterco lascia la sua corazza ormai vuota e sempre in quell’atteggiamento di preghiera: ma sono solo le vestigia di qualcosa che è ormai completamente differente e striscia sinuosamente sul terreno. Una vita intera per diventare un verme.


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