Mi alzai dal tavolo e spensi il ventilatore che frullava l’aria nel silenzio di quella mattinata già umida di caldo. Non tutti sanno che Milano è una città d’acqua, solo che non si vede. Navigli a parte. L’acqua scorre sotto, sotto le strade, sotto il Duomo, sotto la metropolitana, quasi fosse un segreto. Anch’io ero un segreto.
Un po’ più lontano
di Massimo Cassani
Laurana ed., Pagg.160, Euro 15,00
Collana Rimmel, narrativa italiana
In libreria dal 10 settembre 2010
Il protagonista di Un po’ più lontano è un uomo di quarantacinque anni che nasconde un segreto: non è solo un traduttore free lance di testi d’architettura dall’inglese, dal francese e dallo spagnolo, ma è anche un collaboratore del Sismi specializzato nel consegnare pacchetti dal contenuto ignoto e nel sorvegliare gli spostamenti di persone di cui non conosce l’identità. Nessuno dei due lavori intralcia l’altro e tutti e due servono a farlo sentire vivo.
Perché questo è il problema: riempire la sua quotidianità dopo la fine della storia con Gaia, una donna amata intensamente e poi svanita nella depressione. A rompere la routine, arriva Iaia. Ventuno anni, studentessa universitaria, allegra, la bocca esageratamente grande rispetto al viso. È la sua nuova dirimpettaia e lega con tutti i condomini, ma sembra cercare soprattutto lui, che è invece così solitario, così poco propenso a socializzare. Perché lo fa? Nasconde forse qualcosa il suo atteggiamento o è solo il lavoro coi Servizi ad aver reso il protagonista sospettoso? In una Milano degli anni Novanta in cui aumenta sempre più il caldo, il condominio che si fa teatro degli eventi si riempie di pettegolezzi, ci si sfoga con prostitute minorenni e si viene puniti dai protettori, la vicenda scivola velocemente verso un finale inevitabile, dove tutti i pezzi vanno a posto e costituiscono un meccanismo.
Perché vale la pena di leggere Un po’ più lontano? Perché si tratta di un romanzo che contiene una morale: i conti rimasti aperti nel passato di un uomo non possono essere seppelliti e verrà il momento in cui torneranno da lui. Finendo per travolgerlo. Perché l’autore mostra come, raccontando una storia, si possa fare a meno dei morti
ammazzati per creare tensione. Perché è scritto con una prosa così precisa e controllata che in molte pagine non si
può che ammirarla.
Massimo Cassani (Cittiglio, Varese, 1966) vive a Milano dove si occupa di periodici nel Gruppo 24 ORE. Ha pubblicato “Sottotraccia” (Sironi, 2008) e “Pioggia battente” (Sironi, 2009), romanzi noir che hanno come protagonista il commissario Micuzzi.