
Unico parto un po' particolare, non di certo negativo ma solo caratterizzato da un po' di simpatica cocciutaggine, la nascita di una categoria: avete presente la reazione di Fantozzi e colleghi post golpe verso Guidobaldo Maria Riccardelli e i suoi classici? Quelli che lo hanno obbligato alla visione di bis veri e fittizi. Ecco, allora categorie portatrici di tali "valori" non esistevano, la parodia era solo verso il prode Guidobaldo, ora invece hanno preso forma. Trattasi di fan dediti alla visione di B-movie, e fin qui nulla di trascendentale. Il fatto è che spesso non riescono a percepire che tu hai un gusto e una percezione simile alla loro, soltanto perché non ti esprimi, tanto per dire, à la G-Max in Stracult. In loro vige un pensiero, del tipo: "questo è cinema vero, trasgressivo, verace, che picchia, dice le cose in faccia e simboleggia degnamente la mia apertura di pensiero". Spesso a nulla vale rispondergli che tu sei da millenni di quella parrocchia, che sei cresciuto a pane e Joe D'Amato, magari ornando il tutto con trombetta del cul. Se la tua impostazione stilistica è poco diversa, se dai spazio ANCHE alle avanguardie sovietiche e all'espressionismo, o sei una specie di Riccardelli o magari uno che non può capire quali meravigliose disinibizioni sussistono nel loro mondo, che, per inciso, aiuta loro anche con il sesso di interesse, tramite la figura da spacciare del simpatico "coatto ma colto". Insomma, a loro dedichiamo questa pellicola, perché occhio..., che si è sbizzarrito in merito più volte, quando propone, propone bene!

1971
Stati Uniti d'America
Regia: Sconosciuta
Tre quarti d'ora di puro delirio! C'è il solito gruppetto di disinibiti in furgoncino Volkswagen, che questa volta va alla ricerca nientemeno che del Bigo foot. Ma l'utile va pari passo con il dilettevole e non c'è niente di meglio che dargli la forma di sesso agreste. Anche il Big foot è della stessa idea...
Difficilmente si è vista tale violenza verso il linguaggio filmico. Sfocature da antologia, tempi di inquadratura tedianti e zoom verso figure a centinaia di metri, fra traballamenti e accelerazioni e decelerazioni. Menzione per i titoli di apertura, che scorrono meccanicamente come si usava un tempo per altri scopi, anch'essi sfocati e perfino storti. Quelli di chiusura non esistono, a parte un THE END sbilenco; ricordiamo che non viene menzionata la crew, tuttora sconosciuta. Le prove attoriali, con Mycle Brandy e Lynn Holmes unici nomi venuti fuori, si limitano a qualche passeggiata inframezzata da copulazioni un po' annoiate e spaesate, rese tecnicamente senza né capo né coda; però molto "settantiane", gli esperti capiranno... Come si intuiva vi partecipa anche il Sasquatch, è lui il "geek", non ci sono maniaci di tecnologia, ma la reazione delle sue vittime è equamente divisa fra disagio e piacere. Lui, esso, è agghindato con un costume tipo quelli presenti nei negozi di articoli da regalo d'annata.
Anche qui presente, come prassi di tanta exploitation, la figura dell'"esperto" in apertura, che dà avvertenze sulla visione; peccato che stavolta la sensazione di taglio scientifico è assente, pare anche lui allucinato.
Insomma, ci è piaciuto? Certo che sì, è weird, dà sensazione di realismo, amiamo questo genere di opere!