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Un pomeriggio all’insegna del giallo

Creato il 15 febbraio 2016 da Paperottolo37 @RecensioniLibra

Un 19 marzo in giallo in compagnia di Giovanni Bertani e Michela Gecele

Salve a tutti!

Un pomeriggio all’insegna del giallo

Quello che andrà in scena alla Libreria Piccoli Labirinti in Galleria Santa Croce a Parma il prossimo 19 marzo, festa dei papà, a partire dalle ore 18.00 sarà un pomeriggio all’insegna del giallo nel quale si incontreranno Bobby Lago e Ada Hartmann. Ora voi vi starete chiedendo chi siano Bobby Lago e Ada Hartmann, dico giusto? Un attimo di pazienza e lo scoprirete. Bobby Lago e Ada Hartmann sono i protagonisti di un trittico di romanzi gialli tutti e tre editi dalle Edizioni Forme Libere.

Per scendere un po’ più nel dettaglio posso svelarvi che Bobby Lago, “contrabbandiere uscito di prigione sulla cinquantina che vive una vita onesta ma priva di significato perseguitato dai conti da pagare e dal ricordo di colui che è stato”, è il protagonista del romanzo “Il Grisbì“, uscito dalla mente e dal talento di Giovanni Bertani e pubblicato da  Edizioni Forme Libere.

Ada Hartmann, “nata a Berlino Ovest nel 1972 e si è ritrovata, per caso, a Catania dove insegna Sociologia degli spazi urbani all’Università. Nel tempo libero ama perdersi per le vie della città in cui vive per ritrovarsi poi (per puro caso, eh?!) in qualche caffè o pasticceria. È un’appassionata preparatrice di torte delle quali è anche vorace consumatrice e ultimamente si sta reinventando investigatrice” è, invece, la protagonista degli altri due romanzi della trilogia in giallo pubblicata da Edizioni Forme Libere intitolati, rispettivamente, “I fiumi sotto la città” e “La spiaggia dei ricordi morti” questi ultimi frutto della fantasia di Michela Gecele.

Saranno proprio i due autori a permettere l’incontro tra questi due eroi letterari all’apparenza tanto diversi tra loro. A presentare l’evento sarà Massimo Beccarelli, “professore di Lettere, blogger e giornalista presso la Gazzetta di Parma e Lettore di provincia“.

Passiamo ora a presentare il romanzo che vede protagonista Bobby Lago, vale a dire “Il Grisbì” di Giovanni Bertani. Per farlo in maniera il più esaustivo e appetitoso possibile riporterò qui di seguito la sinossi del romanzo e alcuni estratti dal romanzo.

Ma andiamo per ordire e partiamo dalla sinossi de “Il Grisbì” di Giovanni Bertani:

Il Grisbì di Giovanni Bertani

Il grisbì

* * *

Il mio primo mezzo secolo stava per travolgermi senza alcuna pietà e con tutta la delicatezza di un treno merci in corsa”. Bobby Lago è un contrabbandiere uscito di galera, gestore di un piccolo bar di periferia, rassegnato ad una vita solitaria e malinconica. La sua esistenza immobile viene sconvolta da Jack Mancini e da Bella.

Lui è un rapinatore da poco sbarcato nei paraggi della mezza età,  detto “lo sciccoso” per il modo di vestire e lei una donna dal naso impertinente che veste in lungo anche a mezzogiorno, abile con le armi.

Estranei fino al giorno prima, sono in una fuga con “il grisbì”: un malloppo che potrebbe cambiare le loro vite. Non hanno nulla in comune se non il desiderio di godersi la loro parte della rapina. Quello che doveva essere un viaggio perfettamente pianificato si trasforma presto in un continuo assedio, dove inseguiti e inseguitori, rapinatori e rapinati,  affronteranno degli ostacoli sempre più difficili e inaspettati. È l’inizio di un profondo legame che cresce nel corso dei tre giorni in cui si snoda la vicenda. Jack insieme ai soldi ha rubato una busta sigillata dal contenuto ignoto e scomodo, che interessa a molte persone influenti.

Larry, un trafficone deve riprenderla e raggiunge i tre mentre sono da un ricettatore amico di Bobby. Prima li minaccia, poi propone loro di consegnargliela in cambio dei soldi e della vita. I tre non si fidano e riescono a sopraffarlo grazie a Bella. Lasciano la busta al ricettatore, tengono il denaro riciclato e riprendono la fuga.

Prima che giungano al confine Bobby conosce Cinzia, in arte Samantha, giovanissima prostituta. È una donna che gli sarebbe rimasta “più fedele di una moglie eternamente devota fino a quando non avrebbe visto i suoi soldi, non un secondo di più”. Malgrado questo se ne invaghisce in modo senile perché, per una notte, gli fa dimenticare Margot, la  ex moglie, la sua Marg.

La mattina successiva Frank rapina i tre del grisbì, grazie all’aiuto di Cinzia, la sua amante. Bobby la costringe a fargli da guida e giunti nel covo non trovano  però il grisbì, perché Frank è stato costretto a consegnarlo a tre emissari sconosciuti. In preda allo sconforto assiste all’uccisione di Frank da un sicario, che sparando dall’esterno ferisce Jack alla spalla con un secondo colpo.

In tutto il mio mezzo secolo di vita non avevo mai lavorato tanto per guadagnarmi disonestamente da vivere”, pensa.

Decisi e ostinati,  realizzano che  l’unico modo per tentare di recuperare il grisbì è tornare dal ricettatore. Jack deve rimanere e Bobby gli lascia una pistola carica e rimane indifferente al desiderio di:  “una camicia bianca di puro cotone, stirata come si deve e una bella serata …”, in compagnia di Bella “con indosso un gran vestito … e vederla bere e mettersi a ridere per le bollicine che le si infilano su per il naso”. A Bobby, disinteressato a queste cose, è sufficiente “questa vita … l’avevo dimenticato, ma è tutto quello che voglio”.

Bella lo accompagna e gli rivela di preferirlo a Jack, ma Bobby, ancora infatuato di Cinzia, non la comprende e così  discutono mentre sono in viaggio.

Giunti sul posto in piena notte, Bella fa da palo, mentre Bobby entra nel rifugio. Trova il cadavere del ricettatore insieme a tre grossi pacchi di denaro a fare da esca. È una trappola e vengono catturati dallo stesso sicario che aveva sparato a Frank: un giovane poliziotto, bello e corrotto già comparso all’inizio, complice di Larry. Bella lo seduce e con questo stratagemma riescono a liberarsi, ma vengono interrotti da una telefonata di Larry, che cerca di avere notizie dal complice.

Larry  propone a Bella di scambiare la busta per Jack e Cinzia,  da lui tenuti in ostaggio. Bella finge di accettare e gli lascia credere di essere sola. Prima di mettersi nuovamente in viaggio Bobby da fuoco alla busta.

Tornati  al covo di Frank, avviene una sparatoria in cui Larry è costretto ad arrendersi insieme all’altro suo complice. Bobby soddisfatto promette loro la libertà, ma Cinzia, violentata dai due durante la notte spara con l’arma di Bella e ne uccide uno. Larry riesce a fuggire mentre Bobby rimane ferito nel tentativo di fermarla.

Bobby e Cinzia rimangono soli mentre Jack e Bella si allontanano per recuperare il grisbì. Cinzia propone di voltare le spalle ai suoi due complici e di fuggire con lei. Bobby sa che è la sua ultima possibilità per averla, ma rifiuta perché sa che altrimenti perderebbe l’unico legame  con l’uomo che era. Lei insiste e giunge al punto di minacciarlo, ma invano. A malincuore Bobby la lascia andare e la loro storia finisce. I tre si separano dopo essersi finalmente spartiti il bottino.

Bobby, tornato solitario e malinconico, ma libero dalla necessità di doversi guadagnare da vivere, parte alla ricerca di Cinzia. In piena notte incontra l’ostinato Larry e lo uccide. Prima che arrivi la polizia viene tratto in salvo da una persona sulle sue tracce in cerca della busta. Bobby si libera anche di costui e trascorre tutta la notte vagando per la città con l’ossessione di essere braccato.

Il mattino, esausto per la notte insonne, va nei bagni pubblici per darsi una rinfrescata e lì incontra Marg, la sua ex moglie che lo aveva seguito per tutto il tempo.

Vi propongo ora alcuni estratti da “Il Grisbì” di Giovanni Bertani:

Il Grisbì di Giovanni Bertani

Scene scelte.

“Adesso ti faccio vedere io!” Urlò. Mi afferrò per la cravatta e cominciò a trascinarmi verso il retrobottega, sempre puntandomi quella pistola addosso.

Si rivolse ad Andy senza neppure voltarsi e gli abbaiò contro sputacchiando per la foga.

“Tu resta lì e non ti muovere per nessuna ragione. Nessuna!”

Andy Randy, che al confronto mi dava sempre di più l’idea di essere una persona per bene, mise da parte tutta quella smania di lisciarsi i capelli, si infilò il berretto da poliziotto in testa ed annuì in silenzio, infilando i pollici nel cinturone. Aveva smesso di dondolarsi e adesso esibiva un’espressione solerte sul volto.

Lo stronzo spalancò con un calcio la porta che dava sul cortile, facendo saltare via la serratura. Mi scaraventò nella polvere con uno spintone nel punto in cui prima era parcheggiata la mia Buick. Voleva pestarmi senza testimoni allo scopo di farmi cantare. Ero finito a terra, faccia a faccia con il muso di uno dei miei gatti randagi abituato a vedermi soltanto a notte fonda mentre scaricavo gli avanzi nel bidone della pattumiera. Mi osservò sorpreso, fece uno sbadiglio arancione, spiccò un balzo e corse miagolando dietro l’angolo della staccionata che separava il cortile dalla strada.

Prima ancora che la sua coda tigrata finisse di scivolare dietro l’angolo, comparve lei con il suo abito lungo, a piedi nudi nella polvere e la mia Python in pugno. Prese la mira tenendola con entrambe le mani e, senza dire una sola parola, tirò il grilletto. Il colpo non partì, allora lo stronzo si voltò alzando la sua pistola per puntargliela contro. Lei rimase imperterrita, sollevò il cane con il pollice, il tamburo ruotò in senso orario presentando il proiettile alla canna, tirò appena il grilletto con il dito indice e questa volta il colpo esplose forte come un tuono centrando il bersaglio in pieno volto e portandogli via mezza faccia.

Chiusi istintivamente gli occhi, e quando li riaprii la mia cravatta gialla era tutta imbrattata di sangue e di pezzi di quello che rimaneva di un cervello da quattro soldi.

Non ebbi il tempo di lamentarmi.

“Corri” disse lei voltandosi dall’altra parte. Si era messa a sgambettare come un’antilope ed era subito sparita dietro la staccionata, verso la strada.

* * *

“Hei Jack“ dissi. “Quella pistola…”

“Che c’è?”

“Retrocedi il tamburo in senso antiorario di una tacca. Non voglio il colpo nella prima camera di sparo, dammi retta”.

Jack non si mise a discutere; prese in mano la pistola e fece come gli avevo chiesto, poi se la ricacciò in tasca con forza ed il peso per poco non gliela scucì. La limousine nera era in vista e, quando fu abbastanza vicina, Bella fece scattare il pollice come per chiedere un passaggio. La macchina sbandò vistosamente invadendo l’altra corsia, ma riprese subito a procedere dritta, poi cominciò a rallentare.

“Che succede?” fece Jack, con tono lievemente allarmato.

“Che ne so?“ dissi. ”Forse un colpo di sonno”.

Jack aveva estratto di nuovo la pistola e la teneva in pugno, sbirciando sopra il cofano insieme a me. La Limousine ci superò e proseguì a passo d’uomo per una ventina di metri. Accostò lentamente, senza inserire la freccia e rimase immobile sul ciglio della strada, con il motore zuccheroso acceso.

“Che faccio ragazzi?” Bella era nervosa.

“Resta lì” disse Jack.”Fagli cenno di tornare indietro”.

Lei agitò le braccia, poi mosse l’indice in su e giù facendo il gesto di chiedere di avvicinarsi.

“Non mi piace, c’è qualche cosa che non va”.

“Potrebbe averci visto dallo specchietto retrovisore destro“ dissi.

“Non credo. Sta guardando Bella”.

Si accesero le luci di retromarcia e la limousine nera venne indietro lentamente di qualche metro. Si arrestò a pochi centimetri dal paraurti anteriore della mia Buick, tenendo sempre il motore acceso.

“Ascoltami bene, Bella” dissi. ”Adesso ti appoggi alla sua portiera con le mani bene in vista, così lo metti tranquillo. Quando si abbassa il finestrino, senza farti notare, solleva il pulsante di blocco delle portiere e attacca a parlare a voce alta. Capito?”

Lei fece cenno di sì con la testa, e si incamminò verso la portiera anteriore della limousine, mentre noi scivolavamo in avanti dall’altro lato, tenendo bassa la testa.

Presi Jack per un braccio. “Ricorda” gli spiegai, “che se succede qualche casino devi premere il grilletto due volte in rapida successione perché il primo colpo non è in canna”.

Guardò la pistola, poi mi afferrò il polso e me la mise in mano.

“Tienila tu. Preferisco” disse,”io salgo davanti, tu dietro e gliela punti subito alla nuca”.

“Per me va bene” annuii.

Lo Sciccoso era inginocchiato davanti allo sportello anteriore con la mano destra già sulla maniglia della portiera. Io ero dietro di lui, con la pistola in pugno. Ero teso e pronto.

* * *

“Ti spiace se prima do’ un’occhiata a quello che hai sotto la giacca?” gli domandò fissandolo negli occhi.

Jack non aprì bocca, si sbottonò il gessato e lo aprì con solennità. Siccome Johnny non diceva niente ma continuava a fissarlo, si sfilò la giacca e dopo averla piegata con cura, la appoggiò allo schienale di uno dei due divani, rimanendo in cravatta e maniche di camicia. Sudata.

“Adesso vediamo cosa abbiamo” fece Johnny.

“Accomodati, siamo qui per questo”.

Johnny infilò le mani nella borsa come una levatrice in una vagina, e allargò i due lati della cerniera, cominciando a vuotarla. Rovesciò l’intero contenuto sulla scrivania di modo che tutti potessimo vederlo. C’erano un sacco di banconote sparpagliate, un paio di libretti nominativi di deposito, tre carte di credito. Per ultima uscì una busta portadocumenti sigillata color giallo, che cadde sul ripiano con un tonfo. Separò i soldi dal resto cercando di raccoglierli in un unico mucchio, poi si appoggiò allo schienale della seggiola mettendo le mani sui braccioli, in bella vista.

* * *

“Larry” lo interruppe Johnny. “Ho sempre pensato che sei un idiota, ma questa volta l’hai fatta troppo grossa. Ci hai messo tutti in un oceano di merda, e tutto per questi quattro soldi”.

Larry che non si era lasciato per nulla impressionare da quel discorso,  roteò gli occhi tornati globosi verso i soldi sulla scrivania, poi fermò uno sguardo compiaciuto sulle altre cose che avevamo lasciato in un angolo. Di scatto, senza preavviso, come se si fosse destato da un sogno, puntò la sua automatica su Johnny.

“Alza le braccia, amico caro. Metti le mani in vista come fanno i tuoi compari”.

Johnny fece come gli era stato ordinato e, molto lentamente, alzò le braccia che teneva dietro la nuca, tenendo la mano destra stretta a pugno su quello che sembrava un grosso sasso scuro.

“Apri quella mano“ fece Larry con insistenza.

“Non ti conviene” rispose Johnny, parlando così lentamente da sillabare le singole parole, “c’è una bomba a mano”.

Larry si mise a sudare ancor più copiosamente di prima. Lo vidi deglutire tre volte: doveva esserglisi seccata la lingua in gola.

“Adesso” proseguì Johnny, approfittando del silenzio del buon vecchio Larry, “non ti agitare. Prima di fare cazzate, guarda attentamente anche la mano sinistra. Intorno al dito anulare c’è un anello: è la sicura della bomba a mano che tengo nella destra. E’ disinserita” .

Ci fu una pausa nel discorso. Pensai che se ci fosse stata una università per figli di puttana, Johnny si sarebbe laureato con lode.

“Vedi Larry” spiegò con voce flautata, “se mi ammazzi io mollo la bomba e facciamo il botto. Una granata qui dentro e non la scampa nessuno”.

Dite la verità! Non vedete l’ora di gustarvi il romanzo, eh?! Vi credo e condivido questo vostro insaziabile desiderio!

Ricordandovi l’appuntamento con “Bobby Lago incontra Ada Hartmann” in programma il 19 marzo 2016, presso la Libreria Piccoli Labirinti presso la Galleria Santa Croce, a partire dalle ore 18.00 e invitandovi, nel caso foste curiosi di conoscere meglio, in anteprima rispetto all’evento in giallo, Bobby Lago ad andare a visionare il book-trailer presente sul canale Youtube dell’organizzatrice e curatrice dell’evento Isabella Grassi, ringrazio tutte e tutti voi per la pazienza e l’attenzione che una volta di più mi avete concesso e vi do l’arrivederci alla prossima occasione!

Buon lunedì pomeriggio e, come sempre, Buona lettura, magari proprio in compagnia de “Il Grisbì” di Giovanni Bertani, pubblicato da Edizioni Forme Libere!

Con simpatia! :)

Un pomeriggio all’insegna del giallo



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