Il 28 dicembre 2011, il Vice Presidente e co editore di The Freak, Pietro Maria Sabella, ha presentato la sua raccolta di poesie: Instabilità.
A un anno di distanza dalla pubblicazione di Instabilità, Pietro Maria Sabella ha presentato per la prima volta il suo libro nella sua terra natia: la Sicilia.
Nella cornice dell’antica e austera abbazia dei monaci benedettini di S. Martino delle Scale (Palermo), in un’atmosfera di raccoglimento, quasi mistica, si sono alternati gli interventi dei due commentatori – Don Michele e il professor Galati – e l’empatica interpretazione del Dott. Francesco Di Vincenzo.
Capziosa e puntuale è stata l’analisi del Prof Galati, il quale ha proceduto a una rassegna di poesie, fornendo utilissime prospettive sui versi del Sabella.
La genealogia come punto di partenza, in quanto l’arte accompagna e cresce con la vita. Senz’altro essenziale alla formazione della sensibilità del poeta è l’ambiente in cui cresce. Sin da subito venuto a contatto con la poesia della madre, Pietro è cresciuto in un’ambiente denso di valori, sensibile al tempo, all’attualità, alle emozioni della vita.
Quella stessa sensibilità che rende la sua poesia sensibile ai temi caldi dell’attualità, impegnata e, al contempo, sofferente alla vista di un mondo che tanto della sua “Terra” (la Sicilia) richiama. La delinquenza e la mondezza della sua Terra; ma anche le discrasie siciliane dei bambini senza casa, vestiti di stracci e fantasia, la sporcizia delle strade, le vite spezzate dalle siringhe.
Parole di intensa lirica e di grido profondo, in cui il poeta non fa segreto delle proprie critiche, delle proprie paure. Tensioni all’unisono con la gravità dello spirito del nostro tempo. Non è un caso il confronto – proposto dal prof. Galati – con lo storicismo lineare di Hegel. La storia non sembra più progressivo “processo di scrematura dalle impurità”. La realtà che sembra imporsi alla sensibilità della letteratura contemporanea è quella dell’andamento dissonante, dal ritmo spezzato, che non sempre va avanti. Instabile per l’appunto.
Una lirica che si tuffa nel pessimismo dei tempi odierni, nella schizofrenia di quello che il Professore – con implicito riferimento a Zygmunt Bauman – chiama “tempo liquido”. Il lettore, insieme al poeta, si addentra nei sentimenti più delicati dell’animo umano, assaporando l’amarezza della realtà, attraversando la delusione di un fugace amore, la nostalgia di un’epoca d’oro, la fragile realtà di un uomo in costante prova, sospeso tra emozioni e percezioni dissonanti e contrapposte, in equilibrio labile e incerto.
Tormento umano che si apre con Instabilità I e si chiude con Instabilità II, ma che trova massima espressione nella poesia Nihil, con straordinaria enfasi interpretata da Di Vincenzo.
La lirica apre il lettore a un mondo di tensioni: tra morte e disperazione, tra farfalle e calabroni, tra alba e tramonto. L’instabilità della vita tra spirito e immanenza. Ma proprio in Nihil sembra celarsi la chiave di uscita da questa buia cosmogonia.
Il viaggio umano attraverso la poesia di Pietro Sabella non si conclude però sul fondo del pessimismo. Va oltre. Alla ricerca di nuove forze, di cambiamento, di nuovi punti di equilibrio.
È Don Michele che – con lo stile semplice, essenziale e spirituale che più si addice alla sua figura – svela, dietro al linguaggio cupo, crudo, talora ermetico, del poeta, la speranza riposta nel cambiamento.
Toccati nel profondo dalla straordinaria interpretazione di Di Vincenzo, il quale – con l’arte del sapiente uso di toni e pause – riesce a dipingere ogni singola pressione di sollecitazione che implode nell’animo. Il pubblico è attraversato dalla lirica: dallo stesso solletico dell’anima, toccato dalla medesima ruvida carezza. Sembra di sentire la sonora risata del “Vivere”.
E poi l’amore. Tema ricorrente che gioioso e sofferente segue lo stesso andamento alterno: momento culminante tra amore e separazione. Ora travolgente, sensuale e fugace. Ora lento, lacerate e nostalgico.
Lo stesso amore e attaccamento ai valori testimoniato dai presenti, vicini a Pietro, alla sua famiglia, testimoni e partecipi della sua crescita e della sua formazione. Un commento che ha senz’altro messo a nudo la sensibilità dell’autore, il quale – circondato dal calore familiare e forse toccato in un tasto sensibile e autentico – ha tradito un po’ di commozione.
L’unica nota negativa della serata è forse stata l’eccessiva prolissità e sofistica del Prof. Galati, il quale ha operato un’analisi retorica delle poesie con forse eccessivo zelo, nonché un’analisi a tratti troppo minuziosa dei temi e dei significati dei versi. Se la verità dei versi è tanto impalpabile per il lettore, quanto per lo stesso poeta, allora forse più umile dovrebbe essere la pretesa di svelare ogni mistero dell’interiorità dell’autore.
La presentazione è senz’altro stata un successo per l’autore, ma soprattutto per il pubblico che ne è tornato pieno di riflessioni nuove, forse di dubbi anche amari, ma senz’altro arricchito.
Instabilità rappresenta un intenso e profondo percorso interiore, in cui il lettore si immerge e si identifica. Obiettivo (dichiarato) dell’autore non è spiegare. Bensì fornire al lettore uno spunto di riflessione e, con ottimismo, un aiuto nel trovare una chiave di lettura della realtà.
Costantemente alla ricerca di un equilibrio, volando da un’instabilità a un’altra nuova e diversa, Pietro Maria Sabella ci accompagna in questa riflessione poetica che sembra avrà nuova espressione in una nuova, prossima raccolta: Aria d’Estate.
E intanto, proprio in attesa dell’estate, caro Pietro, noi Freak, non possiamo che rinnovarti il segno della nostra stima e il più sentito in bocca al lupo!