Chi crede che l’origine dell’uomo sia quella di essere stato sparato dalla pistola fumante del big beng, e quindi nulla ci sia oltre la morte del corpo fisico, e chi crede che dopo la morte ci sia il pensionamento eterno è meglio salti la presentazione di un’opera, Il ponte sopra al fiume, comunicazioni (1915-1949) di Botho Sigwart della vita dopo la morte, che apre tutt’altre prospettive confermando la validità scientifica di quanto il Dottor Rudolf Steiner, fondatore dell’Antroposofia, ci ha trasmesso sul cammino del “dopo morte” fino al successivo “concepimento”: ovvero delle ripetute vite terrene. E apre prospettive molto concrete: anche per la vita quotidiana terrestre, così provata anche oggi – seppur non da una guerra convenzionale come La Prima Guerra Mondiale che fa da sottofondo ai messaggi di Sigwart, conte d’Eulemburg, sui quali fino al 1932 si è mantenuto il massimo riserbo.
Una particolarità balza agli occhi di chi non si è fatto suggestionare dallo spiritismo o dal medianismo: le comunicazioni di Sigwart alle sorelle Lycki, Tora e alla cognata Marie non avvengono tramite scrittura automatica, né attraverso fenomeni di medianismo. Esse avvenivano in pieno giorno, in piena coscienza, spesso all’intero della Cappella di famiglia a Liebenberg. Per fugare ogni dubbio le sorelle si rivolsero a Rudolf Steiner portandogli le comunicazioni fino allora ricevute. Egli prese tempo alcune settimane per esaminarle e poi confermò la validità delle stesse, fin nei particolari: «Sì, si tratta di comunicazioni straordinariamente chiare e assolutamente autentiche dai Mondi Spirituali».
Il Ponte sopra al fiume, comunicazioni (1915-1949) di Botho Sigwart della vita dopo la morte
Bologna, Edizioni CambiaMenti, 382 pag., 26,00 euro
Traduzione dall’ultima edizione tedesca del 2014, ampliata con le comunicazioni dal 1939 al 1949, con galleria fotografica dei protagonisti e dei luoghi.
- Editore: Edizioni CambiaMenti
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