Pensate che l'olio del crotonese, presente anche sulle maggiori guide enogastronomiche, rappresenta una parte importantissima della produzione di olio nazionale. Si parla tanto di olio pugliese, toscano e ligure, ma nessuno sa che la produzione di olio in Calabria supera quasi in quantità il resto di tutta la produzione nazionale e, non solo, tale quantità non influisce sulla qualità, ottenendo un olio quasi sempre con acidità pari a zero, molto delicati. Non sono una esperta di olio per cui non so spiegarvi nel dettaglio e con i termini tecnici le sue caratteristiche, ma so per certo che è un olio eccellente. Per chi è più esperto riporto le cultivar tipiche del territorio: la carolea, soprattutto per l'Alto Crotonese e la Tonda di Strongoli. Come però in ogni zona, anche qui bisogna saper scegliere e non fidarsi di qualunque produttore.Se passate da queste parti e volete acquistare dell'olio, andate alla ricerca dei produttori diretti e assaggiate l'olio prima di acquistarlo. Sempre meglio evitare fregature! ;)Lo scorso anno vi avevo parlato di un produttore di eccellenza, e quest'anno arrivo con un altro fantastico produttore del territorio, la Fattoria San Sebastiano.
Quando mi capita di conoscere prima il produttore del prodotto capisco subito cosa mi aspetterà. La passione, l'entusiasmo, la competenza con cui Piero si è avvicinato a me, mi ha fatto subito presagire un prodotto di qualità elevatissima.
Poi ho letto di tutti i premi ricevuti, della riconosciuta eccellenza della qualità del suo olio. E poi è arrivato l'assaggio che non ha deluso, al contrario ha confermato e aumentato l'idea di qualità che avevo già in mente.
E' un olio extravergine di oliva equilibrato, fruttato, profumato in entrambi le sue qualità.
Qualità di olio create per il consumatore, pensate per il suo territorio e per la sua cucina, ma a mio avviso adattabilissimi a tutta la cucina mediterranea. Magari non a un ragù di cinghiale perché se ne perderebbe il gusto, ma a una panzanella sicuramente sì.
Nella sua produzione troviamo due tipologie di olio: il San Sebastiano pensato e realizzato per essere gustato a crudo, e il Tre Cime adatto per la preparazione di ricette cotte.
Oggi vi faccio vedere come ho degustato il San Sebastiano in questi giorni, abbinandolo a un altro prodotto del mio territorio, la sardella.
La Sardella è un altro prodotto tipico della provincia di Crotone, in particolar modo di Cirò anche se è prodotta lungo tutto il litorale, è, come la colatura di alici, un discendente del garum. Salsa spalmabile realizzata con sardine piccolissime, peperoncino in polvere, sale e finocchietto selvatico, è chiamato tradizionalmente "caviale dei poveri" un nome a mio avviso perfetto per descriverla! La pesca delle sardine, per ovvi motivi ecologici avviene solamente in alcuni mesi dell'anno, marzo e aprile, ed è diffusa unicamente sul territorio. E' un prodotto assolutamente unico che viene utilizzato come antipasto spalmato sul pane o anche per condire la pasta, ma sempre in quantità ridotte visto l'elevata quantità di peperoncino!
Gli usi possibili sono tantissimi, ma oggi ve ne presento in particolare due molto comuni.
Innanzitutto bisogna dire che la sardella va prima di tutto condita con dell'ottimo olio extravergine di oliva.
Se ne mette un po' in una ciotolina o in un piatto e si copra con olio evo, in questo caso il San Sebastiano ovviamente :-)
Si mescola bene e poi normalmente si spalma sul pane.
E ora ecco invece le altre 2 opzioni:
1. Con un velo di burro spalmato sul pane: molto amato soprattutto da chi non ama particolarmente il piccante.
2. Con la cipolla di Tropea: si trita la cipolla e si mescola alla sardella. Si spalma sul pane e si serve.
Ricetta non consigliata per chi ha un partner schizzinoso :-)
Per maggiori informazioni sull'olio vi rimando al sito internet tramite cui è possibile anche ordinarlo.