Magazine Viaggi

Un post un po’ pesante ma #nevadofiera

Creato il 22 marzo 2014 da Danny @StoriediViaggio

Frequento poco o nulla la comunità dei travel blogger, così come le comunità on line in genere, per mille e uno motivi; il principale dei quali è che mi mi sono ripromessa (e sto mantenendo il proposito) di passare in rete meno tempo possibile. Purtroppo a volte perdo qualche social-iniziativa interessante, come questa #nevadofiero del blog Di qua e di là. Frequentando poco o nulla la comunità dei travel blogger, nessuno mi ha invitato. Mi sono invitata da sola. (Non si usa? peccato!). Ho deciso di aderire perché mi da’ l’occasione di parlare di cose che da un po’ mi frullano in testa, di cui avrei voluto scrivere …e questa è un’ottima occasione per dare un contenitore a pensieri sparsi.

Bando alle ciance:

Vado fiera della mia scelta vegetariana

Da alcuni anni non mangio carne, ne latticini, se proprio costretta dall’assenza di alternative, mangio il pesce, ma non lo cucino e in casa mia non entra. Ho scelto questa alimentazione per motivi sia salutistici che etici, sui quali non mi dilungo. Ovviamente porto queste mie “usanze” anche in viaggio. C’è sempre qualcuno che dice che per capire un paese bisogna mangiare come gli indigeni e devo ammettere che cercare cibo veg in luoghi che non si conoscono e non sono moderne città… è una difficoltà extra. Io non faccio la morale a nessuno; nei paesi in via di sviluppo è normale che ci sia una consapevolezza diversa (o non ci sia consapevolezza) dei danni all’ambiente e alla salute dell’abuso di alimenti di origine animale. Anche il rapporto uomo-animale è … in via di sviluppo. In India non mangiano le mucche per motivi ben diversi da quelli per cui non ne mangio io. Tuttavia i viaggi che faccio sono esperienze della mia vita, non c’è ragione per cui io debba affrontarle lasciando a casa una mia scelta di coscienza. Ebbene sì, non ho mai assaggiato il famoso kebab di Istanbul!

Uno dei miei ottimi pranzi all'Earth Cafè di Marrakech

Uno dei miei ottimi pranzi all’Earth Cafè di Marrakech

Vado fiera di aver imparato a viaggiare da sola

E’ una cosa che non mi spaventa, anche se ovviamente ci sono posti dove da sola non andrei. Ci sono esperienze che sono più divertenti se condivise, ma viaggiare da soli ha un gusto speciale, lo si vive più intensamente, si è meno distratti dalle dinamiche relazionali della coppia o del gruppo, si vive il viaggio “qui e ora”. E ci si ritrova più facilmente a interagire con altre persone e questo è sempre una bella esperienza in viaggio (il giusto, eh… non sono una che attacca bottone con ogni sconosciuto, purtroppo o per fortuna). In altri paesi non è insolito che le donne viaggino da sole, qui in Italia non si usa. Si vede che siamo meno emancipate; sarà una sciocchezza ma si vede anche da queste cose.

Viaggiando da soli ci si deve ingegnare per farsi dei “selfie” creativi, anche senz smartphone (e poi sono fiera del taglio …molto “berlinese” che esibivo a Berlino)

 Vado fiera di viaggiare fuori dai circuiti turistici (nei limiti delle umane possibilità) e… (più che posso)… responsabilmente

Cerco di dormire in B&B, ostelli o piccole pensioni, evito come la peste gli hotel di catene internazionali, mi sposto con i mezzi pubblici…cercando di scansare i più palesi “trappoloni” per turisti che trovo lungo il percorso. Provo a domandarmi come la mia presenza influisca sul luogo in cui mi trovo e come operano le realtà che “finanzio”. Faccio un esempio pratico: amando i bagni turchi a Marrakech mi sono ritrovata con la forte tentazione di andare in uno dei molti hammam turistici della medina. Mi sono informata, ho cercato di capire, ma la cosa non mi convinceva*. Se si ragiona “da turista” il prezzo è giustificato, rapportandolo a quanto costa un qualunque percorso benessere di una Spa in Italia e in generale al potere di acquisto dell’euro in Africa. Il punto è che… Marrakech non è in Italia, in Marocco lo stipendio medio è 1500/1800 dirham. Pagarne anche 500 per un trattamento di un’ora in un hammam crea uno strano paradosso, in cui il turista è vittima (ovvero pollo spennato) e al tempo stesso carnefice (finanziando  queste macchine del profitto, che arricchiscono spesso solo il brillante imprenditore, e la ricaduta – anche per le persone che ci lavorano -  è pari a zero).

La vista dalla finestra della “mia” cucina a Tarlabaşı, “mia” casa a Istanbul… no, non era mia ma l’ho amata follemente.

Il turismo di massa è un fenomeno da maneggiare con cura, soprattutto nei paesi economicamente deboli, può trasformarsi in un’arma a doppio taglio anche per chi, apparentemente, ne beneficia. Viaggiare per me è gioia, scoperta, piacere, divertimento, ma cerco di non dimenticare questo aspetto, l’effetto farfalla dei miei passi nel mondo. Cerco di non dimenticarlo e ne vado fiera.

Non nomino nessuno perché … mi sembra “vessatorio”. Perdonatemi, lo so, ignoro le regole, son fatta così

;-)

*In realtà poi l’ho fatto l’hammam a Marrakech, ne ho fatti due; uno pubblico, l’altro turistico, di fascia media, ma questo sarà argomento di un altro – vaporosissimo – post.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine