Stanotte, Marisa, sono quello che percorre una strada deserta e pensa che tutto questo camminare magari possa aiutare.
Da lontano le finestre con le tende tirate si illuminano al cambio di immagine della televisione.
Tengo il passo e so che in quelle case c’è la vita. I padri con i figli, le mogli con i mariti. Sbucciano mandarini e guardano tutti assieme un telefilm. Oppure litigano e si dicono le peggio cose per poi fare pace. O tenersi il muso.
[...]
Io sono un intruso in questa città, ma vorrei fosse veramente mia. E io vorrei essere suo.
Lo so, mentre cammino e guardo quelle finestre, che non ho una vita.
Francesco Abate, Un posto anche per me, Einaudi.
http://www.einaudi.it/speciali/Francesco-Abate-Un-posto-anche-per-me