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Un Premier in cerca di Autore. Va in scena il servitor di due padroni

Da Mirella
"E’ l’ultima acrobazia di un uomo che da vent’anni dice di volere più strumenti per governare, ma intanto è sempre alla ricerca di un prestanome. Perfino in Europa, che evidentemente somiglia nella sua testa a un gasparros qualsiasi, uno dei tanti che in questi anni hanno messo la faccia al suo posto quando era meglio non farsi vedere troppo" (blog Repubblica.it).
Se l'Europa chiedesse all'Italia una rivoluzione liberale, il Premier-dei-miei-stivali la farebbe. Se Washington chiedesse allo Statista-de-noantri di dare una scossa all'economia per non far crollare la baracca (a questo è ridotta la povera Italia...) e la fortezza dell'Euro, ci farebbe un pensierio. Se Pechino comprasse valanghe di Bot, facendo scendere la febbre allo Spread, lui regalerebbe ai cinesi il suo Paese: Eni, Enel, Finmeccanica? Magari anche le "olgettine", che fanno sempre la loro por...a figura. Chi lo sa!
Chi è Silvio Berlusconi? Un Premier (senza leadership, ma affiancato da troppi peones) in cerca di Autore. Un "padre della patria" (nelle sue solipstiche ambizioni) in cerca del suo prestanome. Di un padrino, chissà. E ora l'ultimo Arlecchino, servitor di due padroni (Washington e Pechino). L'Italia? Un'ex potenza del G8, svilita, sfiancata e mal rattoppata da 20 anni di strisciante guerra-dei-nervi fra due opposte fazioni prive di vero consenso. E soprattutto prive di buonsenso. I Draghi e i Ciampi hanno provato a rianimare il paese, Visco e il compianto Tps ha provato a lottare contro ladri-evasori-tangentisti. Ma, nonostante le flebo, il malato è grave. Morfinomane, drogato dal debito pubblico. Chissà che il Bejing Consensus non dia agli italiani quella scossa per cambiare passo e tornare a crescere. Ma prima dovrà passare dalla clinica per disintossicarsi di 20 anni di toxic affairs.
Sarà facile? No, uscire dalle dipendenze non è semplice. Ma, una volta intrapresa la riabilitazione, gli iotaliani saranno forse vaccinati contro i populisti-da-strapazzo. Vaccinati per sempre? No: Garibaldi (in parte), Mussolini (in toto), Berlusconi (per un altro ventennio) sono lì a dimostrarci che gli italiani in fondo hanno la demogagogia nel Dna. Ma, almeno, avranno aperto gli occhi contro lo scampato pericolo.
Pechino ci chiederà di smettere di vivere sopra le nostre possibilità A dieta! E ci insegnerà cos'è il capitalismo declinato con il maoismo e con il concetto dell'"armonia della società". Noi potremmo insegnare a Pechino i valori delle libertà: dai cyber-rights alle libertà politiche e civili (ma sui diritti civilli, l'Italia arranca). Magari, da questo strano connubio, chissà che non nasca qualcosa di nuovo. L'Italia è da sempre un "laboratorio", chissà che non torni ad esserlo...
A iniziare dai diritti dei movimenti Lgbt, mister D'Alema.

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