Un Presagio sul Signoraggio

Creato il 08 novembre 2011 da Tnepd

Viator

Premessa
Studiato, discusso, denunciato per lungo tempo nello ambito della informazione alternativa, il problema del signoraggio bancario sta iniziando a farsi strada nella percezione del cittadino medio. Ci sarebbe di che rallegrarsi, ed invece una serie di elementi piuttosto ambigui rischiano di offuscare questo momento di ‘risveglio.’

Considerate le modalità con cui la cognizione del problema ha rotto gli argini per raggiungere trasversalmente un sempre più ampio bacino di popolazione, non si può non restare un filo interdetti.

Concetti per i più ignoti fino a pochi anni fa stanno colonizzando l’immaginario popolare; dapprima in sordina grazie ad alcuni siti di complottismo ed iniziative di singoli ricercatori ‘eretici.’ Poi in modo sempre più diffuso grazie alla opera di divulgazione di film e documentari destinati a diventare dei veri e propri manifesti politici, quali Zeitgeist ed El Concursante, e la massiccia mobilitazione da parte di siti, blog (compreso il qui presente) e movimenti attivistici. 

Anni fa vedendo per la prima volta Zeitgeist mi chiesi come mai – se gli argomenti affrontati erano scottanti e scomodi come apparivano – quel documentario avesse colonizzato i computer di mezzo mondo senza che qualcuno avesse mosso un dito per ostacolarne la diffusione. Quando pochi anni dopo uscì il suo seguito - Addendum - in cui il tema dello schiavismo monetario veniva sviscerato fino a distillarne una serie di amare conclusioni, con tanto di radicali dichiarazioni di intenti – mi chiesi come mai ad un tizio che avesse colonizzato i computer di mezzo mondo con un documentario che smascherava uno dei più grandi inganni mai concepiti, fosse stato consentito di girare e diffondere un secondo documentario ancora più scottante e scomodo del primo. Voglio dire, gli interessi in gioco non è che fossero bruscolini …

Una Bizzarra Tendenza
Ed ultimamente cosa succede? Mentre attraverso la messa in scena della crisi finanziaria i signori del denaro stanno somministrando alle popolazioni occidentali ciò che in gergo è anche nota come periodica ‘tosatura del gregge’ (v. post correlati); proprio mentre è in atto una ‘esternalizzazione della gerarchia’, attraverso cui i sudditi stanno progressivamente apprendendo che concetti quali stato e democrazia siano niente altro che candide illusioni; che i politici e le cosiddette ‘libere democrazie’ siano in mano ad una gang di mafiosoni apolidi (a proposito, la recente manfrina del referendum greco, indetto e subito ritirato, non può che avere assolto una funzione metacomunicativa); mentre d’un tratto anche la patina scenica dei ‘patti sociali’ va disgregandosi, rivelando la natura effimera di quelle che fino a pochi anni orsono sembravano conquiste permanenti ed irrevocabili se non dalla mano di Dio; insomma, proprio mentre in giro per il mondo sono in atto questi e altri processi di ‘risveglio’ (termine a cui è ricorso anche Zbigniew Brzezinski in un recente intervento di fronte alla assemblea del CFR), il tema ‘signoraggio’ ha iniziato a fare incredibilmente capolino anche nei media mainstream.

In Italia (ma ho idea che casi equivalenti si siano verificati in altri paesi occidentali) senza apparente motivo – dati i presupposti - dopo decenni di impenetrabile ostracismo, di colpo alcune emittenti tv a diffusione nazionale hanno pensato di ‘sfidare i poteri forti’ concedendo spazio alle pesanti denunce di Alfonso Luigi Marra, agguerrito avvocato esperto di diritto bancario e finanziario. (Fonte) Quando viene trasmessa una serie di spot non proprio ‘politicamente corretti’ (quelli con Sara Tommasi e Ruby) per reclamizzare i suoi libri di denuncia, si solleva un gran polverone che in definitiva non fa che fornire un ulteriore puntello al battage. (Fonte)

Nel frattempo – 6 marzo 2009 – il ministro dell’economia Giulio Tremonti intervistato dal direttore del TG1 asserisce che i problemi della attuale economia discendano dai nuovi meccanismi valutari. “Negli anni 90″ – afferma il ministro – “inizia una moneta diversa da quella buona. Gli stati rinunciano alla sovranità monetaria e consentono che a fianco della moneta buona - quella sovrana – nasca una moneta privata, commerciale, parallela, fondata sul nulla.” (Fonte)

Diversi mesi dopo – 11 dicembre 2009 – la edizione online de Il Giornale (direttore Feltri) pubblica un pezzo firmato ‘la redazione’ in cui la piaga del signoraggio viene denunciata senza troppi giri di parole. Eccone un estratto:
“C’è stato un momento in cui alcuni ricchissimi banchieri hanno convinto gli Stati a cedere loro il diritto di fabbricare la moneta per poi prestargliela con tanto di interesse. È così che si è formato il debito pubblico: sono i soldi che ogni cittadino deve alla banca centrale del suo paese per ogni moneta che adopera.” (Fonte)

Appena cinque giorni più tardi – 16 dicembre 2009 – il truth teller Adam Kadmon denuncia la truffa del signoraggio dai microfoni de Lo Zoo di 105. (Fonte)

Alla fine del 2009 qualcuno avrebbe potuto supporre che lobby così potenti da riuscire a piegare alla loro volontà governi, economia e mass media, dopo una tale ‘inattesa’ fuga di deleterie informazioni - non avrebbero incontrato troppe difficoltà nel tappare le ‘falle’ apertesi nello scafo dei media mainstream. Ed invece nel 2010 le denunce contro il signoraggio nei media tradizionali piuttosto che sparire, proseguono come se niente fosse.

Oltre al già citato Marra ci pensa Francesco Storace, segretario de La Destra - 16 gennaio 2010 - durante Il Fatto del Giorno, su Rai 2, ad inaugurare un nuovo anno di disclosure economica, parlando di signoraggio e sovranità monetaria. (Fonte)

Nel mese di giugno dello stesso anno la trasmissione Mistero – produzione Mediaset - manda in onda un lungo servizio in cui Raz Degan si reca fino all’isola di Wight per sentire l’opinione di David Icke riguardo il tema del signoraggio e della schiavitù monetaria. (Fonte)

Torniamo a parlare degli USA, dal momento chel’apice di tale stupefacente e radicale mutamento di atteggiamento dei media mainstream nei confronti del potere bancario viene toccato verso la fine del 2010 – mi pare fosse dicembre – quando Freedom News – programma mandato in USA niente popò di meno che da Fox Business - decide di occuparsi della truffa del signoraggio presentando un breve film di denuncia a disegni animati dal titolo The American Dream, con tanto di intervista all’autore, tale Tad Lumpkin (Fonte).

Attualmente il film è reperibile un pò ovunque in rete, sottotitolato in molte lingue. Per inciso, il sito ufficiale della casa produttrice – The Provocateur Network - a tutt’oggi risulta ‘in costruzione’ (Vedi), mentre il sito dello stesso film omette di elencare i nomi di coloro i quali avrebbero collaborato alla realizzazione (Vedi), lasciando supporre che oneri ed onori debbano essere attribuiti esclusivamente al signor Lumpkin.
Ulteriore nota stonata il riferimento all’interno del film – davvero troppo estemporaneo per essere disinteressato - alla valenza sostanzialmente conveniente e positiva della energia atomica (?).

Come la penso
A giudicare dalla direzione verso cui ha iniziato a tirare il vento, non mi stupirei se la progressiva assunzione di consapevolezza da parte della opinione pubblica circa il problema della emissione della moneta rientri nei programmi del vero potere. Se stia fungendo da ‘problema’ nell’ambito di un conflitto hegeliano (problema – reazione – soluzione) pianificato in funzione di una sempre più evidente e sfacciata agenda di ‘demolizione dello status quo’. (v. post correlati)

In sintesi, per chi non abbia dimestichezza:

1 demolire la fiducia collettiva negli attuali modelli politici basati sulla democrazia rappresentativa (per instaurare una finta democrazia diretta dai connotati tecnologici);

2 demolire la credibilità dei mass media tradizionali (per istituzionalizzare internet, educare alla mentalità da alveare e liquidare lo scomodo supporto cartaceo al fine di archiviare e tramandare il sapere solo mediante la rete: scripta manent, bit volant).

Ma soprattutto
3 demolire la credibilità dello attuale impianto economico (per introdurre il denaro virtuale, attraverso il quale ottenere la facoltà di controllare ogni singolo cittadino)

Ordo ab Chao. Solve et Coagula. Distruggere per ricostruire. (v. post correlati)

Per dirla tutta, nella mia ottica un pò frescona la questione circa chi debba emettere moneta rappresenta solo  parte di un più ampio problema dai risvolti (il)logici, oltre che economici, sociologici e politici. Secondo me la moneta non dovrebbe esistere, sic et sempliciter. Una economia basata sulla accumulazione e mercificazione del denaro è comunque incompatibile con qualsiasi sistema socio-politico che pretenda di essere realmente democratico. Il sistema debito è il sistema del denaro. Fintanto che il denaro continuerà a costituire il mezzo attraverso cui usufruire di beni e servizi, fino ad allora continueranno ad esistere corruzione, servilismo, ricattabilità e gli ormai arcinoti mille altri modi di svuotare il concetto di democrazia dei suoi significati essenziali. Se vogliamo continuare a raccontarci la favola della democrazia ugualmente efficiente malgrado i fardelli di cui sopra; la favoletta del ‘migliore dei mondi possibili’ … facciamo pure. Ma credo che chiunque in cuor proprio sappia che a parlare è il bias cognitivo.

Benché resti indiscutibilmente utile e meritevole l’opera di chi stia dandosi da fare affinché la emissione di moneta torni ad essere prerogativa esclusiva degli stati, quando un bel giorno una tale nuova nazionalizzazione dovesse avere luogo, sarebbe essenziale assicurarsi che la riforma si limiti a riportare le cose allo status preesistente, senza integrarla con alcuna ‘innovazione.’

Ipotesi
Quanto segue più che una ipotesi è un cattivo presagio; il resoconto di una fantasia costruita combinando tra loro una serie di ambigui elementi riscontrabili nella società degli ultimi anni.

Prima o poi potrebbe accadere che a seguito di chissà quale evento di risonanza mondiale, l’opinione pubblica  si ritrovi ad assistere allo scoppio di uno dei più grandi scandali a memoria d’uomo. I mass media del pianeta scoprirebbero tutto a un tratto, tutti insieme, che le banche centrali anziché essere pubbliche siano – mediante un sistema strutturato a scatole cinesi – controllate da un gruppo di banche private le quali non operano per il bene della collettività, ma per il bene dei rispettivi azionisti. Stampano banconote con la stessa copertura in oro dei soldi del Monopoli e poi le prestano agli stati i quali gliele pagano secondo la cifra che quei birboni ci hanno scritto sopra, per di più caricata di interessi. E via dicendo. Tale scandalo di proporzioni storiche investirebbe politica e banche e innescherebbe una escalation di rimostranze da parte dei cittadini indignati, i quali pretenderebbero che le cose siano riportate alla condizione preesistente, con la destituzione delle banche centrali private e la restituzione della sovranità monetaria ai singoli stati.

Seguirebbe un periodo di clamoroso giustizialismo, in cui alcuni capri espiatori sarebbero sbattuti in prima pagina e sacrificati alla coerenza e al realismo del grande show. Dopodiché però la pretesa di ritornare alla sovranità monetaria nazionale e alle vecchie valute - lungi dall’essere sottoposta a referendum – sarebbe sonoramente bocciata. Bocciata dai soliti esperti economisti di sistemanati e allevati nel recinto della cultura dominante, dalle grandi organizzazioni che nella versione filmica della realtà stanno adoperandosi per un futuro di unitarietà e coesione, ed ovviamente dalla rinnovata classe politica riformista progressista paraculista
Lasciarsi trasportare dalla onda emotiva verso un inconsulto ritorno al passato, al protezionismo, alla frammentazione - asserirebbero i nuovi pastori - distruggerebbe la speranza in un mondo finalmente unito, e riesumerebbe i vecchi problemi connessi alle singole valute nazionali per fronteggiare i quali si è proceduto alla creazione della moneta unica: squilibri, svalutazione, inflazione, eccetera.

Perché invece non andare oltre? Perché non ampliare il concetto di valuta pubblica istituendo una nuova, buonissima, simpaticissima valuta unica pubblica mondiale? Dopotutto i tempi sono maturi. Se non ora, quando? Una valuta mondiale emessa da una unica banca pubblica mondiale, amministrata – e qui rincaro la dose di immaginazione – mediante un sistema informatico calibrato per assicurare la giusta quantità di emissione monetaria a zero interessi in ogni paese ‘membro’, grazie ai calcoli di infallibili algoritmi. Supervisionata dai ministri della economia di tutti i paesi ‘membri’, oppure da un team di tecnici di alto livello incaricati dai rispettivi parlamenti nazionali. Esatto! Proprio quegli stessi parlamenti nazionali che anni fa votarono all’unanimità il recepimento del Trattato di Lisbona! Proprio quegli stessi ministri della economia eletti grazie ai finanziamenti di chissà chi! Proprio quegli stessi tecnici di alto livello le cui carriere sono stroncabili in ogni momento grazie alla denuncia di una cameriera di albergo!

Per garantire il corretto funzionamento del super sistema algoritmico si renderebbe necessario (incidentalmente, collateralmente) informatizzare l’intero impianto valutario, e ed i vecchi soldi di carta dovrebbero essere soppiantati dai nuovi ‘crediti’ informatici. 

Questi ultimi potrebbero essere poi utilizzati dai cittadini attraverso una nuova serie di chip intelligenti contenuti nei loro telefonini, nelle carte di credito e perfino negli impianti medici di ultima generazione. (v. post correlati)

Sarebbe una soluzione perfetta, in ottica oligarchica. I mafiosoni continuerebbero a manipolare i flussi monetari, con in aggiunta la facoltà di ridurre in rovina da un giorno all’altro qualsiasi cittadino sgradito alla sola pressione di un tasto, il tutto nascondendosi dietro i calcoli apparentemente infallibili di un computer, e la gente ne ricaverebbe la illusione di avere contribuito ad una rivoluzione anti-sistemica; una vittoria della democrazia; l’alba di quel nuovo mondo amministrato dai computer prospettato nell’ultima parte di Zeitgeist Addendum e nei videoclip della Casaleggio, oltre che in moltissimi recenti film, video musicali, videogiochi ed opere di stampo transumanistico.

Come dicevo, quanto appena ipotizzato non è che un presagio, una fantasia. L’obiettivo – puramente politico - di cancellare dalla circolazione la valuta ‘fisica’ affinché possa affermarsi lo standard di quella elettronica, invece, mi sembra molto più di un presagio, visto il lento ma inesorabile processo mediante cui ci stanno assuefacendo all’utilizzo della valuta virtuale; prima attraverso le carte di credito, poi ostacolando l’uso dei contanti ufficialmente per arginare la ‘evasione fiscale’, poi con i sistemi di pagamento online come Paypal e Google Check ed in futuro con i chip NFC implementati negli smartphone di ultima generazione. Già attualmente la quantità di denaro fisico in circolazione è come una goccia d’acqua in un oceano di denaro ‘virtuale.’ Resta il dubbio su cosa potrebbero inventarsi per infliggere il colpo di grazia al vecchio sistema valutario, fatto di carta, affinché le masse si persuadano a ripudiarlo definitivamente.

A proposito, Peter Joseph dopo Addendum nel 2007 ha realizzato il terzo capitolo di Zeitgeist - dal titolo Moving Forward nel 2011. Il film – neanche a farlo apposta – prefigura l’avvento di una nuova società governata dai computer. Ad maiora.

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