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Un progetto che fa acqua da tutte le parti ?

Creato il 17 novembre 2014 da Iniziativa21058
Avete mai pensato a come il nostro Paese sarebbe diverso, se fosse davvero capace di sfruttare il proprio patrimonio artistico, storico e culturale? E’ un discorso comune, soprattutto tra chi rientra da vacanze all’estero, quello sulle meraviglie d’Italia: poco o mal sfruttate, non sempre valorizzate, non comunicate, difficilmente messe in rete. Eppure sono luoghi ideali per chi ama conciliare la voglia di relax e la scoperta del patrimonio storico artistico che ci caratterizza.  Nata nel 2009 la nostra associazione  è una iniziativa  che vuole contribuire a tutelare, conservare, valorizzare e tramandare l' immenso – e poco conosciuto – Patrimonio della Valle Olona che altrimenti andrebbe irrimediabilmente perduto.
 L' amministrazione solbiatese de la Voce Solbiatese con il nuovo "Progetto preliminare adeguamento sfioratoi comunali"  sembrerebbe andare in direzione opposta.  
Un progetto che fa acqua da tutte le parti ?Un progetto che fa acqua da tutte le parti ?

Sarebbe bastato spostarne la realizzazione nel campo attiguo, con un' esigua spesa aggiuntiva, rispetto al costo complessivo di 1.150.000€ ?

Un progetto che fa acqua da tutte le parti ?Crediamo invece che  la vera scelta sarebbe stata quella di coordinarsi con gli altri Comuni della Valle, oltre a Provincia e Regione, sia per ripensare il depuratore di Olgiate Olona, sia per portare a completamento la separarazione tra le acque bianche  dalle acque nere
altrimenti se ogni Comune costruisse delle proprie vasche, non ci sarebbe più un prato libero in tutto il Parco del Medio Olona, senza dimenticare che l'acqua delle piene, non potendo più defluire nei prati, finirebbe per allagare Castellanza e Legnano
Perchè è necessario preservare e valorizzare i borghi? Quali attività si fanno normalmente per valorizzare questi posti, e cosa portano al comune che li organizza?  Un esempio di  risposte corrette  le trovate su Urbano Creativo , ne riportiamo qui alcuni passi:
“Tanta parte del nostro Paese è fatta di piccole comunità e piccole amministrazioni, che rappresentano il tessuto connettivo dell’Italia, un presidio diffuso straordinario che non può semplicemente essere dismesso perché significherebbe dismettere più di metà dell’Italia, con evidenti ripercussioni per tutti. Spesso rappresentano la parte ambientalmente, paesaggisticamente, urbanisticamente, insieme più fragile ma anche più bella di questo straordinario Paese. Non si può dismettere la storia, la cultura, le mille identità, non si può dismettere il presidio di territorio e di coesione sociale, non si può rinunciare ad amministrare e governare questi territori e queste comunità attraverso i Comuni”, afferma Mauro Guerra, deputato comasco sindaco del comune di Tremezzina, che ha recentemente Unito cinque piccoli comuni del centro Lario.
I borghi possono essere delle realtà da cui partire nel processo di innovazione del nostro Paese. Una nazione, una città, un paese è smart quando la cittadinanza è attiva, quando si crea una comunicazione intelligente tra pubblica amministrazione e cittadini, tra, e riesce ad instaurarsi uno scambio proficuo.
I borghi si distinguono dalle grandi città perché la gestione del processo per diventare “smart village” parte da una prospettiva diversa: è necessario coinvolgere direttamente la cittadinanza, le associazioni, le botteghe e gli artigiani. Ciò rappresenta una grande potenzialità perché in luoghi come questi i cittadini sono ancora legati alle tradizioni, il che significa una maggiore predisposizione da parte degli abitanti alla collaborazione. È per questo che, per proporre una linea di sviluppo, bisogna analizzare il contesto storico e culturale, il che significa porre al centro le persone e sfruttare la partecipazione e la creatività dei cittadini...
Infine, questo progetto implica la creazione di una rete in grado di superare i vincoli, quali il reperimento di risorse finanziarie, che spesso sono causa di un sfruttamento superficiale delle potenzialità di questi siti di alto pregio storico e culturale. Insomma, l’unione farebbe quella forza che un piccolo borgo da solo, confrontato ad una metropoli, non potrebbe possedere.
Come si costruiscono nel concreto queste dinamiche virtuose? Lo abbiamo chiesto a Brunico, comune altoatesino che fa parte dei Borghi più belli d’Italia e che quest’anno è stato incoronato “borgo più felice 2014″... Si parla dunque di un’impostazione non più legata a macrosistemi, ma ad esigenze reali, in cui entrano in campo anche prospettive sociologiche nella costruzione dei progetti i quali avranno una caratteristica in più: la forza di essere unici e sentiti. E quindi forse più forti...
Per voi cosa significa essere smart? Come interpretate la sfida per diventare sempre più una città intelligente?“Essere smart significa in prima linea puntare sul teamwork, insieme si è più efficienti e più flessibili. Una città intelligente sa sfruttare al meglio le proprie risorse, le gestisce con circospezione e nella sue scelte considera sempre anche le ripercussioni che avranno sul futuro. Essere intelligenti significa soprattutto non vivere a carico delle generazioni future”.  
Su cosa puntate per il futuro?
“Consolidare i risultati finora ottenuti e stare attenti alle esigenze che cambiano. Ci impegniamo al fine di mantenere la qualità di vita a Brunico quale centro economico della Valla Pusteria, ma anche luogo di studio, della cultura e dello sport. Una delle prossime sfide concrete del comune di Brunico in programma ancora questo mese, è la certificazione European Energy Award Gold per l’insieme delle misure di efficienza energetica prese nel nostro comune. Il primo European Energy Award che ci è stato conferito risale al 2011″.
Un progetto che fa acqua da tutte le parti ?Foto di Aldo Moroni
Al contrario l' amministrazione "Voce Solbiatese" in uno dei sui primi atti stornava dal bilancio 400.000€ destinati all' installazione di pannelli solari sugli edifici pubblici, che avrebbero garantito in tutti questi anni un entrata stabile per le spese di partita corrente. Per poi alla fine del mandato rinunciare, come opera di compensazione di Pedemontana,  al Parco di Solbiate.
Per il futuro questa opera se sarà realizzata, oltre a cancellare un pezzo di storia di Solbiate ed uno dei suoi angoli più belli, inoltre, nel caso che l' acqua per tenere un minimo di flusso nelle vasche, venga presa a monte del Cotonificio,  potrebbe mettere fine anche al  sogno di poter recuperare il Salto del Cotonificio per la produzione di energia elettrica.
Un progetto che fa acqua da tutte le parti ? Foto da informazioneonline
Un progetto che fa acqua da tutte le parti

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