Diffidavo già in partenza di questo film, visto che non amo molto i cosiddetti legal thriller. Poi era lì, non c’era altro e gli ho dato una chance, confidando soprattutto in Samuel L. Jackson, anche se i giudizi in rete spaziano dal pessimo al discreto.
Locandina
Trama
Mitch (Dominic Cooper) è un procuratore in odore di promozione. Una carriera brillante, una moglie amata e un figlio appena arrivato, completano il quadro della sua vita perfetta. Una sera, dopo essere stato al pub con gli amici, non prende un taxi come promesso, ma si mette alla guida della sua auto, investendo un passante.
Preso dal panico, chiama l’ambulanza ma fugge, per poi cercare il giorno dopo notizie sull’uomo. Purtroppo, viene arrestato un altro uomo per l’incidente, e lui, sentendosi in colpa, decide di occuparsi del caso.
Il bravo procuratore…
Considerazioni
(con qualche spoiler)
Parte quasi bene, questo film, per poi diventare prevedibile a ogni scena. La tensione ci sarebbe, se le situazioni non si intuissero già prima che le cose accadano.
Per certi versi mi ha ricordato la tematica centrale di Giustizia Privata, in cui un uomo decide di farsi giustizia da solo per la perdita della propria famiglia, ma a differenza della serie Il Giustiziere della Notte, qui il giustiziere diventa il nemico dell’avvocato. È una cosa che non ho ben accettato nemmeno nel film con Jamie Foxx e Gerald Butler, quello di voler far passare il messaggio che è compito della legge riparare i torti, e se così non è, pazienza. Se un uomo decidesse di regolare i conti, diventerebbe l’antagonista, e l’antagonista di qualcuno che ha fallito in questo compito.
La logica alla deriva
Se Jamie Foxx in Giustizia Privata arriva a uccidere l’uomo a cui era stata strappata la famiglia, qui il personaggio di Dominic Cooper è già di per sé reo di omissione di soccorso e in guida in stato di ebbrezza, ma ci viene presentato come il bravo ragazzo che deve fermare il pazzo che uccide i criminali, sottolineo, uccide i criminali.
Parere mio, ma a tutto ciò, soprattutto nella finzione cinematografica, è ipocrita.