Un fine settimana terrificante. Asssurdo e a tratti davvero difficile da accettare. Atterriti dalle vicende di Brindisi e spaventati dalle ripetute scosse di terremoto. In pena per tutte le persone che stanno soffrendo. Arrabbiati, indignati e mortificati per non poter far nulla. Davvero vicini alla resa.
Affrontare di nuovo la routine, in un lunedì che piove tristezza, malinconia e sconforto, pare davvero una prova troppo grande da superare. E poi, mentre stai lì a rigirare il caffè, osservando ipnotizzata quellle macchie di colore rincorrersi in superficie, una voce ti risveglia dolcemente.
Ha un marcato accento spagnolo, un sorriso caldo e lo sguardo di chi ha visto il mondo. “È terribile quello che sta succedendo al vostro paese“. Terribile già. Annuisco e abbozzo un sorriso. Il meglio che mi viene per cercare di non essere scortese.
Con chiunque altro, questa mattina, sarei stata di certo molto più scorbutica. Ma chissà com’è, questa signora di mezza età m’incanta nel profondo da subito. Per i restanti venti minuti parliamo fitto, tuffandoci l’una nella vita dell’altra in un viaggio di cui mi rendo conto solamente una volta giunte a destinazione.
Il mio paese, il suo paese. La mia famiglia, il suo lavoro. I nostri viaggi, l’una nelle terre dell’altra. Cosa amiamo, cosa odiamo. Cosa di più ci spaventa.
E i fatti tragici degli ultimi giorni.
Una cosa m’inquieta, e chissà come riesce a farsela dire. L’aver provato sollievo, domenica mattina a terremoto passato, perchè noi tre eravamo al sicuro. Quando ero certa che altrove, per altre persone, non era lo stesso.
Potrebbe tranquillamente dirmi che faccio schifo. Non muoverei nessuna obiezione. E invece mi dice “Hai un’anima bella. Hai pensato prima di tutto al bene della tua famiglia”. Io lo chiamo immenso egoismo. Ma va bè.
“Ho viaggiato molto nella mia vita. E posso dire con assoluta certezza che nessuno sa unirsi e fare squadra come voi donne italiane. Questo è un dono. E va usato con saggezza. La vostra è una terra meravigliosa, da nord a sud. Dovete solo imparare a non scordarvelo mai”.
Quando è ora di andarmene qualcosa nel mio cuore si spezza. Grazie è l’unica parola che mi viene. Poco, sì. Ma al momento è tutto quello che ho.
“Tu sei un rayo de sol!”.
Rayo de sol io, signora? Rayo de sol tu. Che hai squarciato questo cielo scuro per riportare la luce proprio davanti a me. E quello che vedo non mi fa più paura.
Io non lo so come ci arrivano certe persone nella nostra vita, esattamente nel momento in cui ne hai più bisogno. Ho una teoria su chi ce le manda. Ma per crederci occorre una cosa che si chiama fede. Fatto sta che quest’angelo oggi avrebbe potuto essere ovunque nel mondo. E invece stava seduta a sorseggiare una tazza di latte bianchissimo, proprio accanto a me.
E allora ho pensato di dividere questo piccolo (ma luminosissimo) rayo de sol con tutti voi. Con la speranza che le nubi si diradino presto.