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Un rettifica gravida di implicazioni

Creato il 02 dicembre 2010 da Malvino

Non erano documenti diffusi da Wikileaks, ma carte del Dipartimento di Stato alle quali era consentito accedere nel rispetto del Freedom of Information Act. Lo “choc” degli Usa all’elezione di Benedetto XVI, dunque, non era da tenere riservato. Non erano riservati neppure i timori sull’impegno battagliero contro il secolarismo negli Usa e in altre nazioni dell’occidente” che si prevedeva fosse la cifra di un pontificato come quello di Raztinger. Insomma, l’articolo de La Stampa ci aveva tratto in confusione: finora, da Wikileaks, nulla riguardo al conclave del 2005. Dobbiamo aspettare ancora, dunque, per sapere quali fossero gli umori dell’amministrazione Bush riguardo all’elezione al Soglio pontificio di un cardinale sul quale pendeva l’accusa di “clear obstruction of justice”, poi caduta per l’immunità dovuta ai capi di stato estero. È da ritenere che su questo punto ci sia stato sollievo su entrambe le sponde dell’Atlantico: agli Usa e al Vaticano erano risparmiati imbarazzi diplomatici.Di là dalle errate previsioni americane alla vigilia del conclave, che onestamente lasciano il tempo che trovano (il toto-papa è sempre un azzardo segnato da un auspicio che fa da sponda a una tesi geopolitica), resta il fatto che l’elezione di Ratzinger non fu accolta da giubilo ma da preoccupazione: Tettamanzi, Danneels e Castrillon Hoyos erano considerati di miglior auspicio, probabilmente si riteneva che non avrebbero dato troppa rilevanza a temi in grado di spaccare la società americana. Di tutto avevano bisogno gli americani, pare, tranne che di una Chiesa cattolica che riavanzasse la pretesa di magistero morale in ambito legislativo.Probabilmente i teocon americani hanno sempre contato molto meno di quello che pensavamo, e solo alla vigilia delle elezioni.

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