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Un ricordo del Paradiso di Lezama Lima

Creato il 08 ottobre 2010 da Andreapomella

Un ricordo del Paradiso di Lezama LimaNon ricordo come e perché un bel giorno di tanti anni fa decisi di farmi regalare per natale il bel volume bianco Einaudi di quell’autore cubano, patriarca invisibile delle lettere ispanoamericane, che sapevo essere nato lo stesso anno di mio nonno e morto da lungo tempo. Sto parlando di José Lezama Lima e del suo Paradiso, il romanzo totale che narra la vita familiare e le esperienze giovanili di José Cemi, eteronimo dello stesso autore e figlio di un ufficiale che eredita dalla madre le memorie della guerra per l’indipendenza cubana dalla Spagna, ritratto attraverso visioni di intenso realismo ed erotismo che lo accompagnano durante il cammino della sua conversione in poeta. Non so e non ricordo dove lessi la recensione decisiva, dove trassi la notizia che Paradiso era stato tradotto e pubblicato in Italia. So però che mi persi, in quella lunga e voluttuosa fine di un dicembre freddo e bianco sprofondato in una poltrona, nella meraviglia di un romanzo inesprimibile, densissimo nello sconfinato repertorio di erudizione che esibisce, quasi impalpabile nella descrizione degli effetti amorosi e delle sensazioni della luce e dei colori, del gusto e del tatto. Oggi di Paradiso, a distanza di anni, più che un ricordo mi è rimasto un sapore pesante come una pietra luminosa, intenso e vivo. A che scopo allora leggiamo certi capolavori? Perché di essi alla fine non ricordiamo che questa sapidità, questa assenza che in fin dei conti non rammenta nulla?


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