Nando Gazzolo
E’ morto ieri, lunedì 16 novembre, a Nepi (Roma) Nando Gazzolo (Savona, 1928), grande attore di teatro cui dedicò gran parte della sua attività.
Vi debuttò nel 1948, dopo una serie di esperienze radiofoniche, per conoscere il successo tre anni più tardi, con Antonio e Cleopatra nella rappresentazione di Renzo Ricci, ma la sua duttilità fece sì che si rendesse presto protagonista della stagione dei grandi sceneggiati Rai, dove fra i vari titoli, quali L’ Avaro (1957, regia di Vittorio Cottafavi), Capitan Fracassa (1958), La Cittadella (1964), questi ultimi due diretti da Anton Giulio Majano, merita di essere ricordata in particolare, almeno ad avviso di chi scrive, la sua interpretazione nei panni di Sherlock Holmes nell’omonima miniserie (1968, Guglielmo Morandi): sobria, misurata nei toni, in puro stile british, idonea a rimarcare con fare sottile, insinuante, l’aplomb e il sense of humour propri del personaggio creato da sir Arthur Conan Doyle nel 1887 (A Study in Scarlet). Gianni Bonagura gli era accanto nei panni del Dr. Watson. D’altronde la sua voce inconfondibile, calda, profonda, avvolgente e morbida, ben si prestava ad un attore come Michael Caine, doppiato da Gazzolo in molti film, così come egregio lavoro interpretativo venne offerto nel sostituirsi alle voci ufficiali di altri grandi colleghi (David Niven, Henry Fonda, Frank Sinatra, Yul Brynner, Marlon Brando, Robert Duvall, Donald Sutherland, Laurence Olivier, Clint Eastwood) o, altro esempio di estrema poliedricità, nel partecipare, con la consueta “morbida” compostezza, anche a determinati fasi del cinema italiano, quali il peplum (Costantino il grande, 1960, Lionello De Felice, esordio di Gazzolo sul grande schermo) o gli spaghetti western (Un fiume di dollari, Carlo Lizzani, 1966; Django spara per primo, Alberto De Martino, 1967).