È il 4 febbraio 1990. Il professor Jacques Le Goff è a Latina per tenere una conferenza dal titolo “Le fondamenta medievali della casa comune europea”.
Tra il pubblico ci sono anche io, naturalmente, con una copia di “Guida all’Italia dei templari” (Edizioni Mediterranee, Roma 1989,) il mio primo libro sui templari, scritto insieme alle amiche Bianca Capone e Loredana Imperio. L’intenzione è di farne dono a Jacques Le Goff.
Terminata la conferenza, esposta in un italiano spruzzato leggermente di francese, cerco di aprirmi un varco tra le migliaia di persone, che nei giorni precedenti avevano saccheggiato le librerie della città per acquistare un libro del professore, con lo scopo di farselo autografare.
Io, invece, raggiunto Le Goff, gli porgo il libro balbettando due o tre parole del tipo “questo libro è per lei”, o giù di lì. Lui guarda il libro, mi ringrazia e… mi chiede di autografarlo !!!
Nonostante l’assedio di una folla di suoi lettori, il professor Le Goff aveva trovato il tempo di ringraziarmi del libro e di salutarmi. Non ricordo cosa ho scritto, di sicuro la data dell’evento e la mia firma, che ad una eventuale perizia calligrafica risulterà certamente non mia, visto il tremore del tratto di penna.
Un paio di mesi più tardi rinnovò i suoi ringraziamenti inviandomi un semplice biglietto, che per me conta come una laurea in storia medievale: è incorniciato e campeggia su una parete del mio studio.
Arrivederci professore, senza di lei la storia medievale non sarà più la stessa…
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