Nemmeno lo scrittore più monotono potrebbe scrivere un romanzo dove vi sia una sola storia. Il romanzo non può non essere una successione di racconti, perché la vita è una successione di racconti. Di fatto, un anno è la successione di quattro stagioni, un anno in realtà non è un anno, sono quattro stagioni, e un giorno non è un giorno, c’è il mattino, il pomeriggio, il tramonto, la notte. E cosa fa un romanziere? Una successione di racconti… Certo, poi possiamo discutere della struttura, della forma che si da a questa successione, ma su un piano assoluto non si tratta di nient’altro che di una successione di racconti.Un romanzo non è un romanzo: sono racconti.
Infatti
non sono mai stato d’accordo con la falsa dicotomia fra il Cortázar autore di racconti e il romanziere. Io penso che se c’è stato qualcuno al mondo che sapeva come strutturare un libro, dal punto di vista teorico, era Cortázar.Ròbe che ha detto Bolaño a Raul Schenardi, che lo racconta qua.