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Un ruandese parroco a Vigliano d'Asti/Padre Jean Ndibeshié dalle "mille"colline d'Africa alle colline del Monferrato

Creato il 30 luglio 2014 da Marianna06

 

         

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Padre Jean Ndibeshiè è nato nel  lontano 1959 in Rwanda ed è stato ordinato sacerdote nel 1987.

La sua vita è stata segnata dalla tragedia del genocidio avvenuto nel 1994 nel suo Paese.

Qualcosa di terribilmente atroce per chi non conoscesse i fatti accaduti.

Fuggito prima a Goma, in Congo, ha poi trovato rifugio in altri Stati africani, e quindi in Italia.

Accolto dal Vescovo di Asti nel gennaio 2002, ha prestato servizio nella parrocchia di San Martino e poi nella frazione di Portacomaro.

Ha successivamente chiesto di trasferirsi in Liguria dove è stato accolto nella diocesi di Ventimiglia – Sanremo, risiedendo prima nel seminario di Bordighera e poi lavorando in due parrocchie della valle di Arma di Taggia.

Ritornato ad Asti e riconosciuto come cittadino italiano in qualità di rifugiato politico, ha prestato servizio nella parrocchie di Valfenera e Villata. 

Oggi è parroco a Vigliano (provincia di Asti), un piccolissimo paese del Monferrato,di pochi abitanti, che io conosco e amo.

E sono certa che la gente, che ha incontrato in loco, non lo avrà fatto mai sentire solo.

E, potendo, con l’accoglienza generosa di cui sono capaci gli abitanti del posto, avrà fatto in modo di  mitigare in parte anche la nostalgia di padre Jean per il suo lontano Rwanda.

Rwanda con cui mantiene ancora  attualmente i contatti con l'obiettivo di aiutare, per quanto possibile, la sua gente.

Ci sono, tuttavia, ferite che si rimarginano con molta difficoltà, come quelle prodotte dalle tante morti insensate di familiari, di parenti, di amici,di conoscenti ,alle quali padre Jean ha avuto modo , purtroppo,nella mattanza generale che ha investito il suo paese, di assistere con i propri occhi.

Ma la bellezza delle colline moferrine con la ricchezza delle sue vigne, le albe e  i tramonti davvero mozzafiato,  sono certa che , per gradi, giocheranno per il “nostro” quel ruolo catartico indispensabile per proseguire con serenità il proprio cammino di “pastore” di anime e, soprattutto,di persona.

Com'è giusto che sia.E che io, e quanti hanno avuto modo d'incontrarlo e conoscerlo, gli augurano.

                             

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                                  a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)         

                                  


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Da Marianna Micheluzzi
Inviato il 30 luglio a 21:41

Dal Rwanda a Vigliano d'Asti... mi piace !!!!