Va bene che siamo in periodo di crisi. Avevamo capito che il governo teneva nascosto un repertorio comico ormai demodè, ma qui non si riesce più a tenere la lingua a freno. Addirittura il Ministro Sacconi, uomo (quasi sempre) pacato, con idee ampiamente discutibili, si è sbilanciato troppo con i suoi giovani pidiellini. La sua barzelletta "blasfema" sulle suore non è andata giù alle donne dell'opposizione (e non solo).
L' esempio «è un po' blasfemo - ammette lo stesso ministro dal palco - ma serve per rispondere alla Cgil rispetto agli scenari apocalittici che ha fatto». Ovvero, spiega, «vale quanto disse una suora in un convento del ' 600 dove entrarono dei briganti che violentarono tutte le suore tranne una». Il Sant' Uffizio, conclude Sacconi, interrogò quest' ultima e le chiese: «"Come mai non è stata violentata?". E lei rispose "Perché ho detto di no"». [da Il Corriere della Sera]
Tutto questo per dimostrare cosa? Proprio niente. Un esempio talmente forzato che sembrava proprio non volesse tenerselo per sé, il nostro caro ministro. A sinistra, tutti si indignano cercando ogni piglio possibile per far crollare questo castello di carte che è il "nostro" governo; a destra tutti si mettono sulla difensiva per cercare di rimanere attaccati alle poltrone del, già citato, castello di carta. Il Giornale, intitola l'articolo a riguardo (di VALERIA Braghieri):
Quelle donne senza ironia Sacconi diventa un bruto per una barzelletta insulsa
Repubblica punta sulla reazione della Bindi:
Sacconi e la barzelletta sullo stupro. Rosy Bindi: "Superata ogni decenza"
Insomma, in Italia, non si riesce a far quadrare le cose. Dobbiamo sempre dare spettacolo di ciò che non siamo. I politici, che ci deludono ogni giorno di più, si scontrano sventolando il motto "dai all'untore", senza però capire che chi ci rimette di più siamo noi.
La parola che serve oggi è: RESPONSABILITA'.
Buona visione!