Magazine Diario personale

Un Saluto a Gabo

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

È passata una settimana da quando è scomparso questo grande autore, Gabriel García Márquez, autore che mi ha letteralmente stregato con il suo Cent’anni di Solitudine, uno di quei libri che consiglierei quasi a tutti.

gabriel-garcia-marquez

Perché non a tutti? Il discorso è lungo, ma in questo post voglio solo salutare lo scrittore, dopo che si sono spenti i fuochi delle polemiche o delle lodi dell’ultimo secondo.

E come posso farlo se non con una canzone? Un pezzo dei miei concittadini Modena City Ramblers che hanno scritto più di un brano ispirato al romanzo dello scrittore colombiano.
A Gabo, dedico quindi Il Ballo di Aureliano, ispirato al grande Aureliano Buendia, uno dei personaggi che ho amato, nonostante le sue sfortune.

centanni-di-solitudine

Il Ballo di Aureliano

Esta noche por la calle suena mi tambor

Puoi chiamarmi partigiano, bandito oppure illuso
Soldato di una guerra persa prima del suo inizio

Sono la tua coscienza sporca, sono un vecchio contadino
Sono l’indio, il mendicante, sono l’ortica nel tuo giardino
I miei compagni sono già morti o marciscono in prigione
Eppure sono ancora qui a gridare al mondo
“Viva la rivoluzione!”

Gli anni passano, i miti invecchiano, i muri son crollati
Le bandiere di una volta sono appese negli stadi
I giapponesi e i gringos arrivano a fare affari
E il paese ormai è venduto alle multinazionali
Con quei dollari i generali organizzano la repressione
Eppure siamo ancora qui a gridare al mondo
“Viva la rivoluzione!”

Esta noche por la calle suena mi tambor
Con una taglia sulla testa tra i villagi sono andato
Molte case si sono aperte, molte volte si è ricordato
Della leggenda da Paddy Garcia, di chi non smette di sognare
Nell’utopia della rivolta e non è stanco di lottare
Per chi si unito c’è la vittoria o il plotone d’esecuzione
Eppure siamo ancora qui a gridare al mondo
“Viva la rivoluzione!”

Esta noche por la calle suena mi tambor

Ora puoi chiamarmi Aureliano, Don Chisciotte o Pancho Villa
Ma sono un fuoco ancora acceso, sono l’urlo della gueriglia
Non combatto i mulini a vento e il nemico è sul mio sentiero
Stasera offro un ballo davanti al mondo intero
Le campane danno il segnale, tutt’intorno c’è confusione
Adesso posso urlare al mondo “Per sempre che
Viva la rivoluzione!”

Esta nochepor la calle suena mi tambor

 

E a volerla dire tutta, oggi ci sta pure bene… sssst…


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