È stato un viaggio indimenticabile quello che dal 13 al 16 febbraio 2014 ha portato in Sicilia il ventunenne chef giordano Mo’taz Zayed, talentuoso cuoco della rinomata catena alberghiera internazionale Four Seasons Hotels and Resort di Amman.
Il giovane Mo’taz aspettava il momento della partenza dal 24 ottobre 2013, giorno in cui ha ottenuto il punteggio più alto all’esame finale del corso di Cucina Siciliana dello chef Andrea Alì tenutosi nella sua università – la JAU di Amman- e organizzato in partnership da Harim | Accademia Euromediterranea e La Panthera. I nostri partner d’oltremare avevano messo in palio per i vincitori un premio molto ambito: uno stage al ristorante “Andrea Sapori Montani” e un viaggio in Sicilia; ed è grazie a loro che Mo’taz ha deliziato il piccolo comune di Palazzolo Acreide con una cena speciale a 4 mani organizzata in occasione della festa degli innamorati.
Per San Valentino, infatti, i clienti del ristorante hanno potuto assaporare le tipiche specialità arabe e giordane in una serata dal sapore mediorientale che lascerà in loro un ricordo indelebile, in particolare per il proficuo scambio culturale che si è innescato tra Italia-Giordania.
Siamo andati ad incontrare il talentuoso e giovanissimo Mo’taz a Palazzolo prima del suo ritorno in Giordania e dopo aver cucinato per 55 persone che non avevano mai provato la cucina giordana. Ecco cosa ci ha raccontato, sorridente ed emozionato, dopo aver raccolto le impressioni, gli applausi e i complimenti dei clienti in sala.
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Complimenti Mo’taz, è stato un successone! Qual è stato il cibo giordano che è piaciuto di più agli italiani?
Ho visto che hanno apprezzato particolarmente le polpette, cucinate però alla giordana: le koftah. Ne sono estremamente felice. Ero un po’ agitato all’idea di condividere la mia cucina, quella giordana, con così tante persone italiane, ma è andato tutto bene!
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C’è un piatto italiano nella preparazione del quale ti piacerebbe specializzarti? Se sì, perché proprio quello?
I ravioli, e il motivo è perché adoro mangiarli ma soprattutto perché chiunque sappia cucinare un piatto di ravioli in Giordania diventa famoso.
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Raccontaci un po’ la tua esperienza culinaria con lo chef Andrea Alì. Cosa rende i suoi menù così unici e originali?
Cucinare con lo chef Andrea Alì è stata un’esperienza incredibile che non dimenticherò mai. Considero il suo stile culinario davvero unico perché usa sempre e solo prodotti freschissimi, dalla natura al piatto. Inoltre ha un modo tutto suo di intendere l’arte culinaria, a partire dal condimento delle pietanze.
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Quali sono le principali differenze tra la cucina italiana e quella giordana?
C’è un’enorme differenza tra la cucina dei nostri due Paesi. In Giordania usiamo molte spezie: sul riso, sulla carne… su qualsiasi cosa! Nei piatti italiani, invece, non se ne usano così tante.
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Quando hai realizzato per la prima volta che da grande saresti stato uno chef?
Ho sempre voluto diventare uno chef, fin da quando ero un bambino. Aiutavo spesso mia madre ai fornelli, anche se ero molto piccolo, e la facevo impazzire perché ogni volta che cucinavo io combinavo un disastro in cucina: era tutto sporco e fuori posto! Per fortuna adesso non è più così!
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Cosa ha significato per te questo viaggio in Sicilia?
Il viaggio in Sicilia è stata un’esperienza unica nel suo genere, da aggiungere al mio CV e al mio bagaglio culturale. Ha un grande significato per me, ho imparato davvero tanto e non dimenticherò mai i momenti che ho condiviso con lo chef Andrea Alì ne i meravigliosi paesaggi italiani.
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Raccomanderesti un corso di cucina italiana ai tuoi colleghi in Giordania?
Assolutamente sì, incoraggerei tutti i miei colleghi giordani a seguire un corso di cucina italiana.
Ringraziamo i nostri partner giordani, La Panthera, per aver permesso allo chef Mo'taz Zayed di raggiungerci qui in Sicilia, realizzando così il suo sogno. Ringraziamo inoltre il fotografo Antonio Meliadò per gli scatti qui proposti e per quelli pubblicati all'interno della pagina Facebook Harim Network.