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Un sentiero per immagini : la via dei tarocchi …una sorta di pelle culturale collettiva che contiene l’individuo.

Da Colorefiore @AmoreeDintorni
Un sentiero per immagini : la via dei tarocchi …una sorta di pelle culturale collettiva che contiene l’individuo.I miti fioriscono là dove il sapere, la scienza,l’intelligenza e la tecnologia si scontrano con i propri limiti, configurandosicome rappresentazioni (quanto mai necessarie) sui misteri più profondi dellavita. Così facendo, essi colmano un vuoto oggettivo e ci proteggonodall’inconoscibile, evitando di farci cadere nell’angoscia di non poter sapereda dove veniamo, dove andiamo, e perché. Così come le immagini fantasmatichecolmano le carenze linguistiche della famiglia in cui il bambino cresce, leimmagini mitologiche colmano le carenze che si formano nella lingua collettiva,le lacune della conoscenza collettiva.
 Miti, sogni e fantasmi hanno dunque incomune il fatto di darsi in una lingua molto più densa di quella delle parole:un linguaggio di immagini, di metafore e di simboli che sono certo menoespliciti delle parole che li raccontano, però risultano al tempo stesso moltopiù ricchi e profondi del linguaggio verbale (è peraltro quello che ciinsegnano le teorie sull’interpretazione dei sogni di Freud e di Jung). Che i tratti di Dioche separa Adamo in due per dargli una compagna o degli uomini che partono allaconquista del cielo con la Torre di Babele, oppure del Matto dei Tarocchi cheva a riempire di energia e di spiritualità tutto ciò che incontra, oppure ancoradel Mondo che armonizza i centri corporale, emozionale, intellettuale esessuale – creativo per realizzare l’essere, le immagini mitologiche sono deltutto simili alle produzioni oniriche, sono esiti degli stessi processi mentaliche originano i sogni e dovrebbero dunque essere analizzati allo stesso modo. Isogni possono spesso sembrare assurdi, eppure portano con sé un sapereinconscio che si tratta solo di portare a livello di coscienza: Jung dicevaperaltro che tutto ciò che non arriva a livello di coscienza si trasforma indestino. Le immagini mitologiche, così come quelle dei sogni, sono portatricidi un sapere inconscio che è proprio delle diverse culture che le hannooriginate: trascendendo anche i limiti temporali convenzionali. La forza del mitoè dunque quella di essere sempre presente e vivo, ed è proprio per questo che imiti si possono leggere e rileggere, commentare e spiegare in continuazione esempre diversamente: così come l’analisi di un sogno non è mai esaustiva,infatti, anche i miti non lo potranno mai essere, né tanto meno i tarocchi.Un sentiero per immagini : la via dei tarocchi …una sorta di pelle culturale collettiva che contiene l’individuo.
Questa caratteristica del Tarocco è tipica anche dei miti,la cui origine è avvolta nel mistero e si fa risalire a una modalità di esserepropria della psiche profonda che ci accomuna tutti, all’inconscio collettivo.Nell’inconscio collettivo i miti hanno un posto simile a quello che occupano isogni e i “fantasmi” nell’inconscio individuale sono cioè testimoni dirappresentazioni comuni a un insieme di uomini e di donne, un insiemeall’interno del quale vive il singolo individuo: essi costituiscono dunque unasorta di pelle culturale collettiva che contiene l’individuo. I miti, come isogni, sono originati da un’attività mentale che associa le sensazioni vissutea delle immagini, e non a delle parole. Sono i testimoni della persistenza innoi di una forma di pensiero legata alle immagini, un pensiero per immagini cheè paragonabile a quello che tutti possediamo nei primi tre anni di vita. Nelbambino da zero a tre anni, infatti, le immagini mentali costituiscono la“texture” più importante del pensiero; è verso i tre anni, quando il bambinoinizia a pronunciare delle frasi, che la parola sostituisce il ruolopreponderante che hanno avuto fino a quel momento le immagini, ed è proprio inquel momento che queste ultime si mettono al servizio del linguaggio. A partireda questo momento le immagini diventano complementi necessari del linguaggio,perché esso non ha parole per rappresentare certe situazioni o emozioni (tuttoil linguaggio cosiddetto figurato ne è una dimostrazione: “Quella cosa mi hatagliato in due”, “mi ha spezzato il cuore”…). Costruiamo cioè un’immagineall’interno del linguaggio, una metafora che dà conto di una sensazione per laquale non esiste alcuna parola specifica. È proprio in questo modo che siformano i “fantasmi” nell’infanzia, fantasmi che poi ci portiamo dietro pertutta la vita: non tanto tramite ciò che i genitori dicono della sessualità,per esempio, quanto piuttosto tramite ciò che essi non possono o non osano direin merito. In altre parole, i “fantasmi” rimediano al segreto che si originatramite ciò che non viene detto, costituendosi in immagini autoprodotte chesostituiscono l’informazione che i genitori non hanno saputo o non hanno potutodare dall’argomento in questione. I miti hanno una funzione identica: sicostruiscono alla base come i sogni e i fantasmi, vale a dire che prendonoforma come insiemi di immagini.(tratto dal Web) Un sentiero per immagini : la via dei tarocchi …una sorta di pelle culturale collettiva che contiene l’individuo.

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