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Un Silenzio Mai Visto: Quando la Vita Quotidiana è Multipla

Creato il 06 febbraio 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Manuela Marascio 6 febbraio 2014 teatro, vedere Nessun commento

C’è chi crede ancora nelle fiabe, e chi si perde in quel gioco di proiezioni, rispecchiamenti e illusioni che è il teatro. Due modi diversi di sfuggire alla vita, forse. Ma poi capita che uno dei due meccanismi si inceppi, o meglio, che all’improvviso si alzi quel velo che pare nascondere l’evidenza delle cose, e allora ci accorgiamo che tutto era sotto i nostri occhi fin dall’inizio, limpido, spietatamente cristallino. Chiamiamolo effetto catartico, immedesimazione e conseguente purificazione, oppure semplicemente empatia, avvicinamento emozionale, nuovo contatto attraverso percezioni insolite. Quando favoletta e drammatizzazione non sono le due facce di una stessa medaglia, quali certezze rimangono all’individuo che assiste a una non-messa in scena priva della comoda e rassicurante finzione? Un silenzio mai visto è un titolo che, già nella potenza enigmatica della sua sinestesia, rivela l’impegno richiesto allo spettatore: l’utilizzo incondizionato di tutti i sensi, indispensabile per cogliere ogni singola sfumatura nella presentazione di una quotidianità stravolta proprio nelle sue più semplici componenti sensoriali. Antonello Panero e Luca Armato danno voce e corpo al racconto di due esistenze toccate da una compagna inaspettata, la sclerosi multipla. E lo fanno incarnandosi in due personaggi apparentemente agli antipodi, ma forse non così distanti come sembra: rispettivamente Zombie, il morto-che-cammina spaventoso agli occhi della gente ignara, che palesa cinicamente la sua malattia senza timore di mostrarsi per quello che è e senza camuffarsi dietro una facciata fuorviante; e Bond, elegante e fascinoso, un uomo tutto d’un pezzo che non perde mai il controllo e la lucidità, mentre osserva il mondo con sguardo fiero e distaccato.

Un Silenzio Mai Visto: Quando la Vita Quotidiana è Multipla

Essi rappresentano due diversi modi di vivere la malattia, e di vivere con la malattia: se da una parte c’è il sorriso amaro che si ripiega interiormente nell’autoironia per poi trovare al di fuori lo sfogo nella plateale canzonatura, dall’altra si eleva lo sdegno altero che si rifiuta di esternare il dolore con parole o lacrime. Ma il punto d’incontro c’è, dal momento che i due personaggi non conducono una solitaria battaglia contro il destino, non sono eroi inattaccabili, avulsi dal resto del mondo; il loro eroismo si misura nella quotidianità, perché vivono le giornate confrontandosi continuamente con gli altri, “i sani”, spesso ingoiando sgradevoli bocconi che hanno il gusto di compassione, egoismo, ignoranza. Nel rievocare momenti drammatici come la scoperta della malattia, è il soliloquio a racchiudere tutta la delicatezza del passaggio dalla memoria al discorso aperto, nudo e crudo, disinibito, sofferto ma anche liberatorio; ed è in quei momenti che lo spettatore avverte il disagio della verità mescolato al piacere soffuso della confidenza ricevuta e accolta, è in quei momenti che i sensi vengono messi alla prova attraverso il resoconto dei sintomi nella loro disarmante minuziosità, è in quei momenti che ci si rende conto dell’impotenza che un corpo mal funzionante può determinare nell’uomo. Ma poi i toni cupi si smorzano negli scambi di battute più serrati e nel ritmo disteso delle prese in giro, per poi tornare ad alzarsi in una rabbia urlata e non più repressa, espressioni svariate, quindi, che stanno a indicare la molteplicità di una malattia dai tanti volti.

Un Silenzio Mai Visto: Quando la Vita Quotidiana è Multipla

Credo che chiunque, dopo essersi rialzato da quelle sedie, abbia sentito l’urgenza di cercare un momento di silenzio per riflettere e, perché no, metabolizzare il tutto. Un silenzio intimo, certamente diverso da quello descritto sulla scena, quello visto in ogni singola goccia di una flebo eterna ed estenuante, ma comunque prezioso, rigenerante, come fosse l’unica reazione possibile di fronte alla consapevolezza del dono ricevuto. Una preziosa lezione di vita, fruibile tanto dai fortunatissimi eterni sani, quanto da chi ha alle spalle una qualsiasi patologia o la sconta tuttora. Vengono alla mente le antiche e profetiche parole di Svevo, e davvero non rimane che da chiedersi se la differenza tra salute e malattia non risieda in un semplice cambiamento di prospettiva.

Fotografie di Stefano Longo

Un silenzio mai visto

di e con Antonello Panero e Luca Armato

Circolo Bloom, Torino

24 e 25 gennaio 2014

Un Silenzio Mai Visto: Quando la Vita Quotidiana è Multipla


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