Un sito su quattro è in WordPress. Questi i numeri della crescita del servizio open source di content management. Il 25% di tutti i siti web rappresenta un risultato senza precedenti, che straccia ogni forma di concorrenza, o presunta tale.
I dati riportati da W3Techs sono chiari e prevedono un superamento del 25% entro la fine dell’anno, in virtù di una larga porzione (57,4%) di siti web che continuano a non utilizzare alcun sistema di gestione dei contenuti. Un vero e proprio campo aperto in cui continuare a guadagnare quote. Dopo WordPress il vuoto, nessuno raggiunge il 3%.
La ripartizione tra gli altri sistemi appare congelata. Sono pochi a farsi notare per piccoli margini di crescita, è il caso di Drupal o TYPO3, che registrano fluttuazioni poco considerevoli.
L’analisi di W3Techs è stata condotta su un campione che si compone dei principali 10 milioni di siti, escludendo sottomini e redirect. VentureBeat scrive:
“Wordpress detiene il 25% dei principali10 milioni di siti, che sono attualmente meno di 10 milioni, ma effettivamente rappresentano l’intero web”
Il sistema WordPress si fa preferire per la sua immediatezza e per la possibilità di bypassare in larga parte le attività di coding, consentendo ormai a chiunque di creare il proprio spazio sulla rete. Gli stessi siti di hosting consentono ormai l’installazione di wordpress da intuitive interfacce, che infrangono ogni tipo di barriera all’accesso.
La possibilità di gestire un enorme patrimonio di plug-in e di template, a pagamento o meno, consente agli utenti il giusto livello di differenziazione, con standard qualitativi sempre lodevoli. Lo stesso blog di Facebook Newsroom è gestito in wordpress.
Probabilmente la principale insidia potrà essere rappresentata dalle nuove forme di web blogging, mediante piattaforme come Medium, vero fenomeno del momento, che spesso funge da blog ufficiale anche di grandi player, come Periscope e non solo, in virtù di un design innovativo, minimale e probabilmente ancor più accessibile dello stesso wordpress.