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Un sogno.

Da Costantino Posa

E’ strano, ieri ero felice, mi mancava soltanto il mio mare, quel mare che oggi ha portato via la mia casa. Quel mare sognato ogni notte. Desiderato ogni giorno, ogni volta che al risveglio mi affacciavo alla vita. Era lì dopo quel ponte che ora non c’è più. Oltre quel muro che in un solo attimo è venuto giù. Oltre quei suoni messi a tacere in quel giorno di ieri. E’ strano era già da un po’ che desideravo andare incontro a quel mare. Ci dovevo andare con lei, ancor prima di renderla mia sposa. Evviva, avevo deciso di portarla ancora a quel mare. E’ strano non sono riuscito neanche a svegliarla, è stato il mio mare a portarmela via. Ho visto la mia chiesa, dove avevo deciso di portarla come mia sposa. L’ho vista andar via, inclinata su un fianco, ferita. L’ho vista andar via senza un suono di campana verso il largo di terra laggiù. Ho chiuso gli occhi per un attimo, per me era soltanto un misero sogno, poi ho contato fino a dieci, suggerendomi che era soltanto un sogno. Un sogno era immaginare di poter essere ancora felici. Ho riaperto gli occhi, non c’era neanche la mia bici. E pensare che ieri temevo di perdere il posto, ora guardo laggiù, non vedo neanche quel chiostro più in su. E’ strano ho provato a chiamarla laggiù, la sento ma lei non verrà mai quaggiù. Ho richiuso gli occhi per solo un attimo in più. Poi pian piano ho spiato tutto intorno, girandomi intorno a me stesso, mi sento in un posto diverso. Lei non c’è più, la mia casa è finita laggiù, la mia vita ancora più in là, al di là del prossimo domani. Strizzo gli occhi, non penso, se è un sogno vorrei svegliarmi al più presto, ma se poi tutto è così, preferisco dormire di più.UN SOGNO.

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