Un sogno tra i fiocchi di neve
di Corina Bomann

Autore: Corina Bomann (Traduttore: S. Congregati)
Serie: //
Edito da: Giunti
Prezzo: 9.90 €
Genere: Romanzo
Pagine: 168 p.



Trama: Fin da bambina, Anna non ha mai potuto sopportare il Natale, con tutto il suo corredo di luci colorate, dolci, regali e preparativi frenetici. E anche adesso che è una giovane donna, l’unico modo per superarlo è cercare riparo in qualche località esotica. Ma quest’anno sottrarsi sembra proprio impossibile: il suo adorato fratellino Jonathan le ha strappato la promessa di raggiungerlo per festeggiare con tutta la famiglia, compreso l’insopportabile patrigno. E così, il 23 dicembre, Anna salta su un treno stipato di gente alla volta di Berlino. Un attimo di assopimento – o meglio, quello che sembra un attimo – e si ritrova in una desolata stazione sul Mar Baltico, nel cuore della notte e nel pieno di una tormenta di neve. Impossibile tornare indietro, nessun treno riparte a quell’ora. Ad Anna non resta che chiedere un passaggio a chi capita e affidarsi alla sua buona stella, perché i personaggi che popolano la notte – si sa – sono tra i più disparati: l’autista di uno spazzaneve, un camionista polacco, tre stravaganti vecchiette che appaiono e scompaiono, e un surfista-psicologo-rasta piuttosto attraente…


Piccolo libro di 168 pagine ci regala una simpatica Christmas’ Carol moderna. Corina Bomann ci presenta Anna, una giovane ragazza studentessa in lettere, aspirante scrittrice, con un avversione al Natale e a tutto ciò che lo concerne, ai limiti del paranoico (anche esilarante per certi aspetti).
Anna ci viene presentata con un odio per le feste natalizie che nasce, come spiega e in seguito approfondisce, dai rapporti che ha con la madre e il patrigno, soprattutto verso quest’ultimo con cui ha un rapporto controverso di simpatia/amore/odio, identificato come il punto nero, il neo, che ha deturpato la sua persistenza in famiglia, costringendola a fuggire e impedendole di resistere a lungo durante i propri brevi soggiorni a casa.
Per fortuna c’è il fratellino Jonathan, che ama a dismisura, l’unico che riesce a convincerla a passare di nuovo il Natale in famiglia, lei che da anni scappa in un posto esotici al caldo per evitare l’orticaria da feste natalizie o diabete da dolci e sdolcinatezze che il tutto comporta. Jonathan riesce a far breccia nella sua “Mk”(armatura, Iron Man docet!


Nonostante la ragazza sia in preda alla disperazione e si maledica per aver accettato di andare dai suoi per Natale, qui fa la conoscenze di tre simpatiche vecchiette che la intrattengono fino a che non crolla dal sonno, con il seguito delle assurdità del precedente sonno.
Questo è un punto focale, a mio avviso, in quanto l’autrice utilizza lo spazio onirico di Anna per dare al lettore frammenti della chiave per arrivare ad aprire la porta del “perché Anna odia il Natale”. Frammenti raccolti dalla stessa Anna, poi ricomposti e analizzati nel corso degli incontri, delle avventure avute in seguito, facendole capire che non è il Natale il problema, ma gli avvenimenti avvenuti in passato legati all’abbandono da piccola da parte del padre.
È un libro molto semplice, scorre che è un piacere, divertente e regala spunti di riflessione sui rapporti familiari affatto superficiali. Personalmente mi ha fatto sorridere un sacco la povera Anna perseguitata da George Michael con la sua Last Christmas che spuntava ogni qual volta qualcosa andava storto, immaginandomi l’espressione affranta, sconsolata (tipica faccina da “non-ne-posso-più!” in stile manga per intendersi) della povera ragazza; nonché le tre vecchiette con uno spirito fuori dal comune. Nel complesso è un bel libro, mi ripeto nel dire che è una Xmas’ Carol moderna, da regalare a chi odia il Natale per indurlo a pensare che forse non è il Natale in sé da cui fuggire.












