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Un sorriso da Kottbusser Tor

Creato il 22 luglio 2012 da Riccardomotti @RiccardoMotti1

Alle 16, ora di inizio della manifestazione, i partecipanti sono poche decine. Poi, dopo qualche minuto, comincia un flusso costante di persone che si piazzano davanti al banchetto-presidio che da diverse settimane è stato montato a Kottbusser Tor, in segno di protesta contro l’aumento spropositato degli affitti registrato negli ultimi mesi in quella zona.

Un sorriso da Kottbusser Tor

Sono proprio gli abitanti degli edifici circostanti ad animare la piazza con la loro presenza: donne e bambini di origine turca, famiglie tedesche e molti giovani cominciano ad aggregarsi e ad estrarre le armi che hanno scelto per far pervenire il loto messaggio il più lontano possibile, cioè fischietti, padelle, piatti, trombe e qualsiasi tipo di percussione che risulti molesta per l’udito. “Lärmdemo”, “dimostrazione – baccano” è appunto il nome scelto dagli organizzatori per denominare l’ evento, che non è un caso isolato ma è il sesto corteo di questo tipo che è stato visto sfilare per le vie della città. Appena il numero dei partecipanti è stato sufficiente (circa 600), si è partiti in direzione Hermannplatz, sotto gli occhi curiosi dei passanti ed abitanti che si sporgevano dalle finestre per assistere all’inconsueto spettacolo. All’inizio il corteo è vittima di un’ allegra anarchia, causata dal fatto che la stragrande maggioranza dei partecipanti non aveva chiaramente alcuna esperienza antecedente di attivismo politico. Le varie parti di cui il corteo è composto si fermano, si rincorrono, quasi si urtano sotto gli occhi esterrefatti dei poliziotti, che non sono riusciti a trattenere le risate: tuttavia, grazie al duro lavoro degli “stewards”, alla fine si è riusciti a creare una testuggine perfetta, che ha dato alla manifestazione un’aria professionale e vagamente inquietante, vista la quantità di attrezzi potenzialmente contundenti che venivano battuti su piatti e coperchi da robuste massaie turche.

Un sorriso da Kottbusser Tor

Una volta percorso Kottbusser Damm si è dunque giunti ad Hermannplatz, prontamente circumnavigata dal rumoroso corteo che si è mosso nuovamente in direzione Kottbusser Tor. A onore dei manifestanti va detto che qui in Germania non mi è mai capitato di assistere ad una manifestazione nel corso della quale i partecipanti siano stati così intraprendenti come quelli di ieri. Ragazzi, donne e bambini hanno scandito slogan (il più inflazionato: HOP HOP HOP, Mieten Stopp!!!) senza sosta, conferendo all’evento una sorta di tragica epicità che si è resa ancora più evidente quando un trombettiere si è unito al corteo. Ritornati infine nell’amata Kotti, i manifestanti hanno ulteriormente alzato il volume dei loro cori, per poi sedarsi una volta giunti davanti al banchetto-presidio nel quale era appostato un bizzarro bardo, che ha deliziato il pubblico con canzoni di attivisti politici irlandesi (sic!) ed improbabili versioni di classici della musica d’oltreoceano (tra cui Ghost Riders in the Sky e Imagine), riadattate per l’occasione.

Un sorriso da Kottbusser Tor

Scherzi a parte, la situazione non è delle più rosee. L’aumento ingiustificato degli affitti negli edifici che circondano Kottbusser Tor, in gran parte abitato da famiglie disagiate che sopravvivono grazie agli aiuti sociali, rischia di causare un piccolo esodo degli inquilini, che saranno costretti a trasferirsi in zone periferiche della città nell’ambito del processo di centrificazione di cui ho già parlato qui e qui. Queste persone hanno visto la ditta che gestisce i loro appartamenti prima ristrutturare parzialmente le facciate ed i servizi degli edifici in cui vivono, poi aumentare esponenzialmente gli affitti su base mensile. Questo modus operandi è disumano. Se da una parte è vero che l’area di Kottbusser Tor necessita un serio processo di ristrutturazione e riqualificazione, è altrettanto vero che non si possono trattare le famiglie che da decenni abitano in quella zona come merce, sgraditi esempi di un passato (ed un presente) socialmente difficile che si vuole a tutti i costi nascondere. A mio avviso è commovente la civiltà di queste persone, che nonostante rischino seriamente di essere messe sulla strada dalla vergognosa amministrazione cittadina si mobilitano con coscienza di causa e rispetto, informano la popolazione sulla loro situazione (che ritengono giustamente simbolo di ciò che sta accadendo da tempo in tutta Berlino) e, nonostante tutto, riescono ancora a  sorridere.

Riccardo Motti


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